Ultima Modifica il 8 Febbraio 2024
Il 12 giugno del 1442 le truppe di Alfonso d’Aragona, al comando del generale Diomede Carafa, entrano nella città di Napoli difesa da Renato d’Angiò.
Con la sua dinastia (1442-1503), dopo circa due secoli e mezzo, il regno di Napoli e di Sicilia, furono riuniti sotto lo stesso sovrano, che fu chiamato “Re delle Sicilie”.
La storia del Pozzo di Santa Sofia
La storia narra che i Catalani riuscirono a penetrare in città grazie a un sotterfugio che mise fine a un logorante assedio durato mesi.
Pare che Aniello e Roberto, muratori di mestiere, rivelarono ad Alfonso V che in Napoli si poteva entrare attraverso il pozzo di Santa Sofia, collegato ad un ramo dell’antico acquedotto greco della Bolla; la stessa via sotterranea utilizzata dal Generale bizantino Bellisario (nel 537) per entrare in Napoli durante la guerra gotica.
Il nuovo sovrano non nascose il segreto del suo successo; per testamento dispose che si provvedesse ad erigere una cappella dedicata a San Giorgio sulla bocca del pozzo da dove uscirono le sue genti. Nei secoli purtroppo si è persa la traccia di questo pozzo e delle ipotetiche cappelle.
L’arco trionfale marmoreo, che si trova tra le due torri d’ingresso del Castel Nuovo di Napoli (Maschio Angioino), riproduce i particolari della conquista del regno.
Alfonso d’Aragona il capostipite di una dinastia
Una volta insediatosi, Alfonso si rivelò essere un sovrano “illuminato” e liberale; grazie ad una meritevole opera di mecenatismo, Napoli diventa il centro propulsore della cultura italiana dell’epoca.
Artisti come Giovanni Pontano, Jacopo Sannazaro, Pietro Summonte, Pietro Beccadelli e Lorenzo Valli poterono manifestare il loro talento proprio grazie al clima virtuoso promosso da Alfonso, che si meritò l’appellativo di Magnanimo.
Meritevole il suo attivismo edilizio, Alfonso d’Aragona restaurò l’acquedotto, bonificò le zone paludose dei borghi, pavimentò le strade e ampliò la città circoscrivendola con una murazione di 22 torti cilindriche (Le Torri Aragonesi di via Marina). Riattò l’arsenale e fece integralmente trasformare Castelnuovo che fu abbellito con il magnifico Arco di Trionfo.
La dinastia inaugurata a Napoli da Alfonso I, prosegui con Ferdinando I, il famoso Ferrante . Gli successe Alfonso II (1494-1495), Ferdinando II (1495-96); fini con la morte senza discendenti del figlio di Federico I (1496-1501), Ferdinando d’Aragona, il duca di Calabria mai divenuto re.
Nel 1504, Ferdinando il Cattolico (Re d’Aragona, di Sicilia e di Spagna), riunì il Regno di Napoli a quello di Spagna e Sicilia e sarà governato per circa due secoli da un Viceré.