Ultima Modifica il 26 Novembre 2023
Un attento restauro ha permesso la riapertura al pubblico della Torre di Mercurio nello straordinario Parco Archeologico di Pompei. Da qui si gode una vista unica e privilegiata su gran parte dell’antica città seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli in seguito all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C..
Il progetto di restauro alla Torre XI, detta di Mercurio, ha interessato anche la porzione settentrionale delle fortificazioni dell’antica Pompei. Un tratto di mura dove ancora oggi sono visibili i segni delle pietre sferiche lanciate dalle catapulte dell’esercito romano, sotto il comando di Minatius Magius e Lucius Cornelius Silla (fra il 90 e l’89 a.C.).
Passeggiare nel Parco Archeologico di Pompei è come compiere un viaggio nel tempo. Se non ci siete mai stati, dovete necessariamente colmare questa lacuna.
Le fortificazioni di Pompei sono un raro esempio delle strutture difensive sannitiche, risalenti al periodo tra la fine del II e inizio del I secolo a.C. quando le già imponenti fortificazioni pompeiane vennero ulteriormente potenziate da ben dodici solide e alte torri di guardia. Tuttavia non sempre riuscirono a garantire protezione.
La Torre di Mercurio è il luogo più alto del Parco Archeologico di Pompei e regala una vista mozzafiato su tutto il settore nord-occidentale della città antica da un lato e sul Vesuvio dall’altro.
La Torre, posizionata tra Porta Ercolanese e Porta Vesuvio, si trova alla fine della Via di Mercurio nella Regio VI.
L’antico avamposto, inserito nello spessore stesso della cinta muraria, si presenta come un parallelepipedo a pianta quadrangolare di 9,50 metri per 7,60 metri di lato per 13 metri di altezza, nel pieno rispetto della tecnica militare dell epoca.
Lo spazio interno è articolato in due livelli fuori terra e tre livelli di calpestio inclusa un ampio terrazzo merlato che consentiva il camminamento della ronda lungo la cinta. L’apparato murario, costituito da diversi materiali lapidei e tufacei, è in opus incertum.
Maggiori Informazioni sul sito web del Parco Archeologico di Pompei.
Foto dalla pagina Pagina Facebook degli Scavi di Pompei