Gli scavi di Pompei non smettono di stupirci. La recente campagna di scavi ha portato alla luce un Termopolio perfettamente conservato. L’antica tavola calda è ubicato nel Regio V all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi.
La cosa che ha sorpreso gli studiosi è che il Thermopolium, nonostante i secoli, sia rimasto integro; i colori sono talmente accesi da sembrare tridimensionali.
Termopolio, un’antica tavola calda
Il Termopolio, come indica il nome di origine greca, era una bottega di Street food con grandi giare incassate nel bancone in muratura; qui venivano riscaldati e consumati cibi e bevande. Nel mondo romano era infatti abitudine consumare il pasto fuori casa.
Il bancone, diposto ad L, è decorato con immagini che rappresentano, almeno in parte, i cibi e le bevande effettivamente venduti all’interno del termopolio.
Sul lato frontale si scopre l’immagine di una Nereide (una ninfa marina), mentre sul lato più corto sono raffigurati due anatre germane esposte a testa in giù, un gallo e un cane al guinzaglio.
Sulla cornice che racchiude il dipinto del cane c’è una iscrizione graffita ‘Nicia cinede cacator‘ (Nicia cacatore, invertito!) una presa in giro di qualcuno che lavorava nel termopolio.
Ma a stupire di più è il ritrovamento, nei recipienti ricavati nello spessore del bancone del Termopolio, di tracce di alimenti destinati alla vendita. Una scoperta importante che testimonia le abitudini alimentari in età romana.
Tra i reperti archeologici scoperti ci sono anche nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un’olla di ceramica; mentre nell’angolo tra le due porte del Termopolio è stato rinvenuto uno scheletro completo di cane.
La scoperta ha incontrato l’entusiasmo del direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, che ha commentato la notizia sottolineando che “oltre a trattarsi di una ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei, le possibilità di analisi di questo termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un simile ambiente per intero ed è stato possibile condurre tutte le analisi che le tecnologie odierne consentono”.
Photo credit @Pompeiisites.org