Ultima Modifica il 12 Ottobre 2023
I Taralli Napoletani sugna e pepe (‘nzogna e pepe), lo spuntino salato più amato a Napoli, hanno una storia antichissima che nasce tra il ‘700 e l’800. Ancora oggi sono apprezzati per il loro sapore croccante e per il contrasto tra il sapore salato e il tocco di pepe.
A Napoli i taralli ‘nzogna e pepe accompagnati da una buona birra fresca è qualcosa di (quasi) sacro. Dopo aver li assaggiati capirete facilmente il perché.
Storia del tarallo napoletano
I taralli napoletani nzogna e pepe nascono come soluzione creativa per utilizzare gli avanzi di pasta di pane. I fornai partenopei di fine settecento, crearono un impasto composto dallo “sfriddo”, gli avanzi di pasta lievitata, la “n’zogna” (la sugna ) insieme a generose quantità di pepe nero.
L’impasto veniva modellato in due strisce sottili, intrecciate tra loro, e poi cotte insieme al pane Successivamente fu arricchito con l’aggiunta delle mandorle. Successivamente comparvero anche le mandorle.
A celebrare la bontà dei taralli napoletani ci ha pensato anche Pino Daniele con “Fortunato”; una canzone dedicata a Fortunato o’ Tarallaro (Fortunato Bisaccia) che tra gli anni ’70 e ’80 andava in giro per le strade della città con il suo carretto a vendere questa prelibatezza utile a tappare i buchi dello stomaco.
Friabili da sbriciolarsi in mano, con il forte sapore di pepe e l’odore delicato ma persistente dello strutto, possono anche sostituire un pasto veloce visto il loro apporto calorico.
Il Tarallo napoletano, nato come cibo per i più poveri, è divenuto negli anni uno sfizioso fuori pasto, da gustare in vari modi: con l’aperitivo o come snack durante un viaggio o una golosa merenda.
La Ricetta dei taralli sugna e pepe:
Ingredienti per circa 20 taralli: 1/2 kg di farina, 150 gr di sugna, 1 dado di lievito, 100 gr di mandorle, sale, pepe
Preparazione: Disporre la farina a fontana su un ripiano e inserire al centro sugna, sale, parecchio pepe e il lievito sciolto in due dita di acqua tiepida. Amalgamare bene il tutto, staccare via via dei pezzi di pasta e lavoriamoli con le mani fino a farne dei cordoni abbastanza grandi.
Attorcigliamoli a due a due e tagliamoli in pezzi da 20 cm (inserire anche le mandorle intere o tagliate a metà). Ognuno di questi pezzi va poi chiuso sovrapponendo un’estremità all’altra e pestandole bene col pollice.
Dopo averli lasciati lievitare per circa un’ora vanno infornati per un’ora a forno lento.
4 suggerimenti dove poter acquistare i migliori taralli a Napoli:
Tarallificio Leopoldo – Via Foria, 212 – una tappa obbligata per chi vuole provare il vero tarallo napoletano. Con gli anni le attività della famiglia si sono moltiplicate, ma le sedi storiche restano quelle di via Foria e di via dell’Epomeo.
Taralleria Napoletana – Via San Biagio Dei Librai, 3 – un nuovo progetto di Leopoldo infante, qui il tarallo è declinato in una varietà di gusti e abbinamenti sperimentali e sorprendenti. Si va da quelli ai pomodori ai taralli ai friarielli, al basilico, ai peperoni, fino a quelli salutisti come i vegani o gli integrali.
Tarallificio Esposito – Via Sanità, 129 – piccolo forno a gestione familiare del Rione Sanità. Da provare anche o’ pagnottiello, una via di mezzo tra la pizza e il panino.
Tarallificio Filippone – Via Amedeo Maiuri, 35 – Storico tarallificio del quartiere di Bagnoli. Qui i taralli pepe e ‘nzogna, come si dice in napoletano, sono preparati secondo l’antica ricetta, in modo semplice ma ineguagliabile.