Ultima Modifica il 10 Ottobre 2020
Sulla parete adiacente al campanile della Chiesa di San Lorenzo Maggiore si ammirano Sette stemmi, ognuno simboleggia uno dei Sedili di Napoli, le istituzioni amministrative che hanno regolamentato la città tra il XIII e il XIX secolo.
Ad oggi vi sono ancora luoghi di Napoli che rammentano il proprio “Sedile”, in ricordo degli antichi seggi che tanta storia hanno scritto di questa città.
Cenni storici
I Sedili di Napoli sono stati gli organi attraverso cui la città è stata governata sin dall’età greco-romana; vennero “modernizzare” nel 1268 per volere di Carlo I d’Angiò, il re che aveva spostato la capitale del Regno di Sicilia da Palermo a Napoli. Col passare del tempo le loro competenze aumentarono sempre di più fino ad occuparsi di riscossione delle rendite, distribuzione del grano e il controllo dei prezzi. Nel 1601 i Seggi ebbero, addirittura, l’incarico di proteggere il preziosissimo tesoro di San Gennaro.
Grande Giostra dei Sedili di Napoli, rievocazione storica organizzata dall’Associazione Asd Compagnia dell’Aquila Bianca.
Ritornato sul suo trono Ferdinando IV sancì la fine delle Piazze col decreto del 25 aprile 1800. Con le riforme di Gioacchino Murat vennero fatti confluire nel Corpo di Città e nel Municipio.
Che funzioni avevano?
Questa giunta ante-litteram che governava la città era costituito da un rappresentante per ciascuno delle piazze nobili (a loro volta controllate da sei cavalieri); gli eletti dei sedili, con i feudatari del regno, formavano il parlamento dei deputati della città di Napoli, che deliberava su numerose e variegate iniziative.
Si riunivano nel convento di San Lorenzo maggiore, per accordarsi di come gestire al meglio la cittá di Napoli ed i relativi quartieri, dividendosi i compiti ognuno nella propria giurisdizione, parlando, discutendo dei problemi della cittadinanza, e combattendo, in qualche caso anche tra di loro, come spesso capitava nel medioevo tra le varie famiglie, fino alla nascita delle Signorie.
La vita dei seggi rimase inalterata fino all’avvento della Repubblica del 1799; con la restaurazione di Ferdinando IV di Borbone ne aboli le funzioni unitamente al Tribunale di San Lorenzo. Grazie alle riforme di Gioacchino Murat vennero parzialmente riabilitati quando vennero trasfusi nel Corpo di Città con l’elezione del primo Sindaco di Napoli.
I sedili di Napoli
Ogni sedile aveva la sua famiglia a capo, il suo vessillo, la sua sede e la propria giurisdizione e difesa da proprie guardie e cavalieri a cavallo. Ai primi sei di essi avevano diritto di partecipare i nobili, mentre il resto dei cittadini era aggregato nel settimo seggio, quello del popolo.
- Sedile di Capuana, legata alla potente famiglia Capuano, la sua sede era in via Tribunali vicino la porta omonima. Stemma cavallo d´oro in campo azzurro;
- Sedile di Montagna, chiamato così perché sito nella parte più alta della città (Vomero), la sede era in via Tribunali di fronte la chiesa di Sant´Angelo in Segno. Stemma, tre monti verdi in campo d’argento;
- Sedile di Forcella, deve il suo nome alla vicinanza della Scuola di Pitagora, la sede era vicino la chiesa di Santa Maria a Piazza. Come simbolo portava una pergola ad ipsilon in campo rosso e oro;
Colapesce il simbolo del Sedile di Porto
- Sedile di Porto, sorgeva in via Mezzocannone all’angolo con via Sedile di Porto. Lo stemma, un Orione con pugnale, è legata alla leggenda di Colapesce;
- Sedile di Portanova, in piazza Portanova. Lo stemma era una porta d’oro in campo azzurro;
- Sedile di Nilo, così chiamato per la sua vicinanza alla statua del dio Nilo, con sede presso il Largo Corpo di Napoli e in seguito presso il convento di Donnaromita. Simbolo cavallo nero sfrenato;
- Sedile del Popolo, con sede nei pressi di piazzetta Grande Archivio. I suoi reppresentanti erano autorizzati a riferire le lamentele del popolo. Anche se non aveva nessun potere, era molto attivo nell’organizzazione di feste e processioni. Il suo simbolo era una P maiuscola in nero.