Ultima Modifica il 28 Settembre 2023
Dalla fervida fantasia dei napoletani è nata una simpatica storiella legata alle Statue dei Re del Palazzo Reale di Napoli a Piazza Plebiscito. Una storia divertente che fa sorridere anche i turisti che l’apprendono.
Il Palazzo Reale di Napoli, opera di Domenico Fontana, è stata la residenza ufficiale e sede del potere a partire dal 1600, anno della sua realizzazione. Nel 1753 Luigi Vanvitelli modificò l’imponente facciata e trasformò in nicchie i varchi esterni del porticato. Per riempire questi vuoti, si decise di collocare, nel 1888, otto statue. Sono un omaggio ai capostipiti di ogni dinastia che attraverso i secoli ha governato la città.
La successione delle statue dei re di Napoli, partendo da sinistra rispetto alla facciata del palazzo, è: Ruggero il normanno, Federico II di svevia, Carlo I d’Angiò, Alfonso V d’Aragona, Carlo V d’Asburgo, Carlo III di Spagna, Gioacchino Murat ed infine Vittorio Emanuele II. Le Statue dei Re di Napoli di Palazzo Reale.
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Le diverse movenze assunte dalle statue hanno dato origine ad un’esilarante storiella.
Bisogna spostarsi verso il centro di Piazza del Plebiscito, e come una striscia a fumetti la storiella si mostrerà davanti ai vostri occhi. Vi ritroverete ad essere giudici del processo senza fine in compagnia delle due Statue equestri di Carlo di Borbone e Ferdinando I delle Due Sicilie.
Si racconta che, Carlo V D’Asburgo con aria sdegnosa indica col dito verso un punto della strada e urla: “Chi ha pisciat ca nterra?”. Carlo III, con aria solenne e indignata, risponde: “Nun saccio nient”. Gioacchino Murat, appoggiando una mano sul petto, esclama spavaldo: “So’stat io, e mo ch’ fai?“. A questo punto interviene Vittorio Emanuele II adirato, sguaina la spada e minaccia: “Mo’to tagl accussì te liev o vizio“.
Palazzo Reale di Napoli: Piazza del Plebiscito, 1, 80132 Napoli