Ultima Modifica il 25 Ottobre 2024

La chiesa napoletana di San Raffaele a Materdei è testimone da secoli di un rito popolare che promette fertilità a tutte le donne in cerca di marito.

Se San Raffaele non fa il miracolo possiamo sempre rivolgerci a santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe.

‘O pesce ‘e San Rafèle una antica tradizione

Per tradizione c’è l’abitudine di apostrofare le belle ragazze in cerca di marito, oppure con voglia di gravidanza, con la frase beneaugurante “Va’a vvasà ’o pesce ’e San Rafele. Va’a baciare il pesce di San Raffaele. Un’espressione che ha un equivoco malizioso – in napoletano, la parola pesce, simbolo della virilità, sta per pene.

Il 24 ottobre, giorno in cui si festeggia San Raffaele, la statua di San Raffaele viene esposta per far si che le donne in cerca di marito ma anche quelle in cerca di fertilità possano chiedere l’intercessione al Patrono baciando il famoso pesce.

Come da tradizione l’Arcagelo Raffaele, il guaritore divino e protettore dei viaggiatori, è raffigurato con un grosso pesce deposto ai suoi piedi.

Statua di San Raffaele a Materdei
Statua di San Raffaele a Materdei

Di questa usanza se ne parla anche nella canzone Italiella di un anonimo del 1868 che recita – “A mugliera ‘e Manuele vasa o’ pesce ‘a San Rafele“. Pare che anche la moglie del re Vittorio Emanuele di Savoia si rivolse al Santo riuscendo cosi a partorire il futuro sovrano.

La storia di Tobia e San Raffaele

La sua figura è celebrata nel libro di Tobia tratto dall’Antico Testamento della Bibbia dove guida il giovane Tobia in un viaggio pericoloso.

Si narra che Tobia, durante una sosta presso il fiume Tigri, venga assalito da un pesce. L’Arcangelo però lo esorta a combattere e, così facendo, Tobia riesce a sconfiggere la bestia afferrandola per la testa.

Dopo l’arduo combattimento egli estrae dal pesce il fiele, il cuore e il fegato. Grazie a questo avvenimento Tobia può tornare a Ecbatana dove guarirà la sua amata Sara, utilizzando ciò che aveva prelevato dall’animale. In seguito con il fiele Tobia guarisce anche suo padre, restituendogli la vista.

La chiesa di San Raffaele

L’edificio, costruito nel 1759 dai canonici Marco Celentano e Michele Lignola, si presenta in stile barocco con un ricco apparato decorativo di metà Settecento. Il progetto fu di Giuseppe Astarita, allievo di Domenico Antonio Vaccaro.

Curiosità. In origine la chiesa condivideva la facciata con un conservatorio femminile, il Ritiro delle Pentite, che offriva rifugio alle ex prostitute.

Chiesa di San Raffaele a Materdei
Chiesa di San Raffaele a Materdei

La facciata presenta una particolare forma incurvata che crea l’illusione di un ampio spazio davanti alla chiesa. L’interno è a croce greca con una cupola e un ampio lanternino che fornisce una suggestiva illuminazione interna.

Le decorazioni interne sono in stile barocco come l’altare maggiore in marmi policromi e un baldacchino di legno dorato a forma di corona con angeli di stucco. Gli affreschi nelle volte sono di Angelo Mozzillo raffiguranti il racconto biblico di Tobia e Sara e di San Raffaele.

Chiesa di San Raffaele a Materdei – Via Amato di Montecassino, 80136 Napoli