Ultima Modifica il 18 Ottobre 2024
La Basilica della Santissima Annunziata Maggiore, un capolavoro del tardo barocco napoletano, si impone con la sua maestosa facciata nel cuore di Forcella. La chiesa è famosa anche per il suo legame con la Ruota degli Esposti.
Napoli ha un legame particolare con questo luogo proprio perché dalla storia della ruota nasce il cognome napoletano più diffuso: Esposito.
Complesso della Real Casa dell’Annunziata
La Basilica dell’Annunziata Maggiore fa parte di un grande complesso monumentale, la Real Casa dell’Annunziata. Un’antica e importante istituzione assistenziale presente nel regno di Napoli per la cura dell’infanzia abbandonata.
Oltre la chiesa e il convento vi era un ospedale, un ospizio per gli orfani e delle camerate per ragazze povere, prive di famiglia o illegittime. Le orfane trovavano in questa istituzione un rifugio sicuro: venivano accolte, nutrite, educate e, giunte all’età maritabile, dotate di una dote per assicurare loro un futuro.
La pia opera ha origine nel 1304 per iniziativa di due gentiluomini napoletani, i fratelli Nicolò e Jacopo Scondito che, nel 1343, ottennero il sostegno della moglie di Roberto D’Angiò, la regina Sancia de Maiorca. Per la costruzione della Basilica si dovettero demolire due chiese contigue ivi presenti: la chiesa di Sant’Antonio Abate e quella di Santa Lucia.
“Il monumentale complesso napoletano, oggetto di una completa ristrutturazione e ampliamento a partire dal 1513, subì una profonda trasformazione nel corso dei secoli. Gravemente danneggiata da un incendio nel 1757, la chiesa fu abilmente restaurata dai celebri architetti Luigi e Carlo Vanvitelli, ai quali si deve l’attuale aspetto tardo-barocco
L’istituzione, che ancora oggi ospita un ospedale ginecologico e pediatrico, accoglieva le creature abbandonate da famiglie povere o da madri che li avevano concepiti di nascosto.
Basilica dell’Annunziata Maggiore
Sono tanti i motivi per cui ti invitiamo a visitare la Basilica dell’Annunziata Maggiore, eccone alcuni.
La facciata, ornata da due ordini sovrapposti di colonne classiche, è caratterizzata da un andmento leggermente concavo. Il portale marmoreo, dai battenti lignei intagliati originali, è sormontato da una lunetta affrescata attribuito a Belisario Corenzio.
Sulla sinistra della chiesa si erge il possente campanile cinquecentesco. L’interno della chiesa, a croce latina con navata unica, custodisce opere di artisti importanti quali De Mura e Sammartino.
Elemento di spicco è sicuramente la maestosa cupola di Carlo Vanvitelli che dona maestosità all’intera struttura.
Interessanti le 6 cappelle laterali intervallate da le 44 colonne corinzie. Da citare la Cappella Carafa con i monumenti sepolcrali del XVI secolo e la Cappella del Tesoro di Giovan Battista Cavagna, destinata a ospitare reliquie dei santi.
La sacrestia possiede affreschi di Belisario Corenzio (Le storie del Vecchio Testamento) e arredi lignei intagliati di Salvatore Caccavallo e di Girolamo D’Auria.
Il Succorpo Vanvitelliano
Sotto la Basilica si scopre il Succorpo Vanvitelliano. Una vera e propria chiesa sotterranea indipendente, contornata da 6 nicchie-altare e 16 colonne tuscaniche, che reggono volte ribassate suddivise in fasce grigie.
La sua realizzazione, nel Settecento, coincise con la costruzione della maestosa cupola e della Cappella Carafa, un gioiello che conserva tesori marmorei e sepolcrali cinquecenteschi
Fiore all’occhiello di questo luogo è la Gloria di putti e cherubini, gruppo scultoreo realizzato dal Sanmartino, autore del famosissimo Cristo Velato!
La Ruota degli Esposti nella Santissima Annunziata di Napoli
L’istituzione della Ruota degli Esposti risale alla fine del secolo XII, quando Papa Innocenzo II, inorridito per la cattiva sorte che troppo spesso toccava ai bambini abbandonati.
A Napoli la scelta della Basilica dell’Annunziata non fu casuale, visto che la Congregazione della Santissima Annunziata si occupava proprio dei bimbi trovatelli.
Le più antiche testimonianze della Ruota degli Esposti di Napoli risalgono al 1600, quando si iniziò a tenere un registro degli accessi. Malgrado la ruota sia andata in pensione il 27 giugno 1875, esistono oggi versioni modernizzate e il dato confortante è la diminuzione degli abbandoni.
I bambini abbandonati erano introdotti in una specie di tamburo di legno di forma cilindrica suddiviso in due parti previdentemente chiuso da uno sportello. La prima rivolta verso l’interno e la seconda verso l’esterno.
Tale meccanismo permetteva alle persone, senza che nessuno potesse vederle, di depositare i propri neonati.
Il trapasso attraverso il pertugio trasformava il bambino in figlio della Madonna (‘o figliu d’ ‘a marònna). Dall’altro lato, la rotara aveva il compito di annotare e registrare il piccolo nel libro della rota.
A questi bimbi veniva attribuito il cognome “Esposito”, ma col tempo divenne discriminatorio. Vennero così utilizzati altri cognomi come Trovato, Innocenti o legati al santo del giorno.
Questi neonati erano spesso accompagnati da oggetti come monete d’oro, anelli e collanine, biglietti con il loro nome e promesse di ritorno.
L’apertura attraverso il quale veniva introdotto si trova sulla parete esterna del complesso, a sinistra dell’arco d’ingresso cinquecentesco.
Al di sotto, vi era un puttino di marmo e una scritta:”O padre e madre che qui ne gettate / Alle vostre limosine siamo raccomandati“. E lateralmente, una fessura per le offerte utili a sostenere l’opera assistenziale della Confraternita.
Leggenda delle scarpe consumate della Madonna Annunziata
Ai piani superiori, dove si trovano le abitazioni delle suore, è custodita una statua della Madonna.
Ha le fattezze di una bambola di porcellana e porta del lunghi boccoli biondi fatti di capelli veri. Potrebbe interessarti La Madonna con le scarpette consumate.
Ogni 25 marzo, in un rito solenne, la statua della Madonna viene portata in processione nella chiesa per la tradizionale sostituzione delle sue scarpine logore. La credenza sostiene, infatti, che l’Annunziata, cammini di notte sfamando i poveri e gli orfanelli e portando conforto a tutti.
Basilica dell’Annunziata Maggiore
Indirizzo: via Annunziata, 34 – tel. 081/289032
Orario: dal lunedì al sabato ore 9.00 – 18.30 (ultimo ingresso)