Ultima Modifica il 16 Novembre 2020
Tra le creazioni artigianali partenopee che vantano un primato d’eccellenza nel mondo, vi è senza dubbio la Porcellana di Capodimonte. Il fiore all’occhiello della casa borbonica.
La produzione di porcellana a Napoli ha inizio nel 1743, quando re Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia decidono di fondare la Real Fabbrica di Capodimonte. I sovrani si ispirano alla Scuola Tedesca di Meissen e alla scuola Francese ispirate alle Porcellane Cinesi del 700.
Storia delle ceramiche di Capodimonte
La Real Fabbrica delle Porcellane di Capodimonte nasce nel bosco di Capodimonte, in una palazzina un tempo destinata a ricovero della Guardia Maggiore.
Qui, nel 1961, ha trovato sede l’Istituto Professionale per la Ceramica e la Porcellana Giovanni Caselli. L’unico istituto in Italia preposto alla preparazione di personale e di tecnici specializzati nel settore produttivo ceramico.
L’impresa ha un primo stop nel 1759 quando Re Carlo, richiamato in Spagna per ricoprirne il trono, rade al suolo la fabbrica e porta tutte le opere con sé.
Viene in seguito riattivata nel 1771 dal figlio Ferdinando I con il nome di Real Fabbrica Ferdinandea. Viene prima installata a Portici e successivamente nel Palazzo Reale di Capodimonte a Napoli, dove rimane attiva fino al 1806.
E’ in questo periodo che la porcellana di Capodimonte raggiunge il suo massimo splendore tanto da influenzare le altre fabbriche europee.
Ed è questo il periodo di produzione di tre grandi servizi di piatti: il Servizio Ercolanense, ispirato alle vedute di Pompei ed Ercolano; il Servizio Etrusco con soggetti ispirati alla collezione di vasi borbonica; ed infine il Servizio delle Vedute Napoletane più noto come “Servizio dell’Oca”, destinato alla tavola di Ferdinando IV.
La porcellana di Capodimonte subisce un periodo di declino sotto il regno di Gioacchino Murat. Con l’Unità d’Italia e la fine della monarchia, alla produzione di servizi da tavola si sostituisce lo stile puramente decorativo.
Le collezioni di Porcellana
Le collezioni più rappresentative della storica Real Fabbrica della Porcellana possono essere scoperte al Museo Duca di Martina, presso Villa Floridiana al Vomero; al Museo Civico Filangieri, all’interno del quattrocentesco Palazzo Como in via Duomo; e al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, presso Villa Pignatelli, nel quartiere Chiaia; e naturalmente al Reale museo di Capodimonte.
Una delle opere più importanti dell’epoca è sicuramente il Salottino di Porcellana del museo di Capodimonte (nella sala 52). Un delizioso ambiente in pieno stile Rococò interamente realizzato in porcellana con decorazioni all’orientale, compresi i lampadari.
Creato dallo scultore Giuseppe Gricci (tra il 1787 ed il 1759) per gli appartamenti privati della regina nella Reggia di Portici. Viene smontato e trasferito alla Reggia di Capodimonte dopo l’unità d’Italia.
Particolare interessante, sono i 23 cartigli, alcuni dei quali con scritte in lingua cinese, che recitano elogi a Carlo e brevi poesie.
Nella Galleria delle Porcellane, sala 35 e 36 del Museo di Capodimonte, si possono ammirare una selezione di porcellane di manifattura napoletana ed europea provenienti dalle collezioni borboniche, ampio spazio è riservato al Servizio dell’Oca.
Museo di Capodimonte Napoli
Indirizzo: via Miano, 2 – 80131 Napoli
Contatto: Tel. 0039.081.7499111
Sito Web: http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/