Ultima Modifica il 23 Luglio 2024
Il Presepe napoletano è il simbolo per eccellenza delle festività natalizie, una tradizione che affascina da sempre grandi e piccini.
Che siate o meno cultori, non perdetevi le vivaci botteghe artigianali di San Gregorio Armeno, dove troverete sicuramente la statuina che state cercando.
Le Feste natalizie, a Napoli, cominciano tradizionalmente l’8 Dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione, e terminano il 6 Gennaio giorno dell’ Epifania o festa della Befana, quando il presepe viene disfatto.
Storia del Presepe Napoletano
La storia ci tramanda che la prima rappresentazione del Presepe viene realizzata da San Francesco d’Assisi nel lontano 24 dicembre 1223, a Greccio, paesello di Rieti.
In principio c’è solo Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù con il bue e l’asinello, gli altri personaggi vengono introdotti più tardi a Napoli.
Il primo presepe napoletano risale al 1340, anno in cui la regina Sancia d’Aragona (moglie di Roberto d’Angiò) regala alle Clarisse di Santa Chiara una rappresentazione della Natività con statue lignee a grandezza naturale. Purtroppo si è salvata solo la statua della Madonna, ed è oggi conservata nel museo di San Martino.
Il presepe inizia a svilupparsi e a popolarsi all’inizio del ‘500. Grazie all’inventiva e alla creatività di Gaetano da Thiene alla scena strettamente inerente la natività vengono affiancati personaggi del popolo.
E’ cosi che il pastorello, lo zampognaro e la lavandaia incominciano a popolare ‘O presepe. Ancora oggi figurine e dettagli scenografici hanno un significato simbolico, nato da superstizioni e leggende.
Dubbio linguistico: si dice presepe o presepio? Entrambi sono giusti, comunque il plurale è sempre “presepi”.
Tour tra i presepi storici di Napoli
Ogni anno nel periodo di Natale si rinnova il tradizionale “Giro dei presepi” alla scoperta di quelli più belli di Napoli .
Ecco quelli che non dovrai lasciarti sfuggire durante il tuo soggiorno in città : Presepe Cuciniello al Museo di San Martino – Presepe del Banco di Napoli a Palazzo Reale – Presepe di Don Placido Basilica del Gesù Vecchio – Presepe nella Basilica di Santa Maria della Sanità – Presepe Catello a Capodimonte.
Presepe Cuciniello – Museo di San Martino
L’allestimento, realizzato da Michele Cuciniello, è datato al 1879 e lo si scopre al piano terra della Certosa di San Martino nella sala che un tempo era la cucina del monastero.
Sullo scoglio si scoprono circa 800 pastori e accessori databili tra la seconda metà del 18° secolo e la prima metà del 19° secolo.
La scena della Natività è posta in un rudere di un tempio distrutto, simbolo della fine del mondo antico e l’avvento del Cristianesimo. Il presepe è dotato di un impianto di illuminazione che simula l’alternarsi di alba, giorno, tramonto e notte.
Per questa spettacolare messa in opera l’architetto Cuciniello fece appello a Luigi Farina, all’architetto Fausto Niccolini per il sistema di illuminazione e allo scenografo Luigi Masi per le pitture del paesaggio.
Presepe del Banco di Napoli a Palazzo Reale
Il Presepe di proprietà del Banco di Napoli, oggi Banca Intesa, è conservato a Palazzo Reale in forma di comodato. E’ una delle più ricche e suggestive raccolte d’arte presepiale napoletana. Comprende 210 figurine di pastori e 144 accessori vari che provengono da diverse collezioni del XVIII e XIX secolo.
La maggior parte dei pastori sono opera di grandi scultori napoletani come Giuseppe Sammartino, autore del Cristo Velato della cappella SanSevero, Salvatore Franco, Francesco Celebrano, Giuseppe Gori o Lorenzo Mosca e Matteo Bottigliero.
Quello che colpire di questo presepe è la molteplicità delle scene descritte e delle figure ritratte.
La la Sacra Famiglia, raffigurata tra le rovine di un tempio, è popolata di caratteristici e insoliti personaggi che affollano la scena – come la Ragazza ricca in costume calabrese Acquaformosa del già citato Sanmartino o il Paggetto orientale, di Giuseppe Gori. Qui tutto è un incredibile connubio di cristianesimo e paganesimo.
Presepe di Don Placido – Basilica del Gesù Vecchio.
Il presepe di Don Placido, visitabile soltanto nel periodo natalizio, lo si scopre nei locali attigui alla sacrestia della Basilica del Gesù Vecchio.
Tra le sue statuette, realizzate dall’Ingaldi, dal Lionelli e dal Pappatino, spiccano maestosi i Re Magi col loro variopinto corteo di orientali al seguito. Pare che i lineamenti della statua di Gesù bambino si ispirino al nipote di Don Placido, Gennarino, futuro rettore della basilica.
Presepe Favoloso dei fratelli Scuotto – Basilica di Santa Maria della Sanità
Nella bellissima Basilica di Santa Maria della Sanità è custodito il Presepe Favoloso dei fratelli Scuotto, famosi maestri pastorai. E’ un presepe decisamente originale che lascia a bocca aperta per la ricchezza dei dettagli e l’assoluta originalità delle sue statuette.
Presepe Catello – Reggia di Capodimonte
Il Presepe della famiglia Catello, conservato nelle sale del Museo della Reggia di Capodimonte, è considerato un capolavoro d’arte barocca. Riunisce tre diversi gruppi presepiali del XVIII secolo appartenuti a diversi membri della famiglia Catello.
Il presepe, che si sviluppa in più altezze e prospettive, è raccolto in una struttura ispirata alle ‘scarabattole’ settecentesche, le vetrine in cui venivano conservati ed esposti i presepi.
Via San Gregorio Armeno
Luogo simbolo del presepe napoletano è sicuramente Via San Gregorio Armeno a Spaccanapoli, la via dell’arte presepiale. Qui in botteghe senza porte, o su bancarelle colorate, si può trovare di tutto, dalle casette di sughero ai pastori di ogni dimensione. I più diffusi sono quelli di terracotta dipinti a mano, ma ce ne sono alcuni vestiti con veri indumenti di stoffa.
I presepi di San Gregorio Armeno si ispirano soprattutto alla tradizione settecentesca. Benito il pastore addormentato, la Zingara, il Monaco che fa la questua, sono solo alcuni dei tanti personaggi del presepio. A questi si sono aggiunti figure simbolo della città come il pizzaiolo e il maccheronaro.
Te Piace ‘O Presepe? è la fatidica domanda che Eduardo De Filippo ripete tantissime volte al figlio Luca nella commedia “Natale in Casa Cupiello“.