Ultima Modifica il 28 Settembre 2024
Napoli è una città dove magia, superstizione e scaramanzia si fondono in un incantesimo millenario.
Con la sua acuta osservazione, l’insigne scrittrice napoletana Matilde Serao, ci ha lasciato questa perla di saggezza: “A Napoli trovi tutte le superstizioni del mondo!”. E aveva proprio ragione!
In ogni vicolo e in ogni palazzo si cela un segreto,un rito, una leggenda che alimenta l’immaginario collettivo. O munaciello, ‘a bella ‘mbriana, la smorfia, l’uovo magico del Castel dell’Ovo, gli spettri nei palazzi e le streghe sono solo alcuni degli elementi distintivi delle credenze napoletane.
La combinazione del venerdì, giorno associato alla crocifissione di Gesù, e il 17, un numero considerato imperfetto, danno la nascita a un giorno particolarmente infausto. Nella Smorfia, il libro dei sogni napoletano, il 17 corrisponde proprio a “’a disgrazzia”.
Il malocchio e Jettaura
Il grande Eduardo De Filippo soleva dire : Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male. In fondo, anche i più scettici, nel profondo, lasciano sempre una porta aperta alla superstizione, agendo per il principio del “non si sa mai”.
La causa è legata a due dati storici. Il Venerdì è funesto perché giorno della morte di Gesù. Inoltre, nell’antica Roma, molte iscrizioni mortuarie riportavano la dicitura VIXI (letteralmente “vissi”), anagramma di XVII, cioè 17 in numeri romani.
Comunque sia il venerdì 17 si trova in buona compagnia. Nella lista dei giorni “sfigati” c’è infatti anche il venerdì 13.
Durante i periodi sfortunati, è frequente sentirsi dire “Tien l’uocchio nguoll“. A Napoli abbiamo il malocchio, la capacità di una persona di procurare con lo sguardo danni a cose e persone e la jettatura. L’energia malefica negativa che viene gettata (in napoletano jettare) involontariamente dal proprio sguardo su una persona.
Lo Jettatore (denominato in maniera colorita anche “schiattamuorto”) è caratterizzato da un aspetto fisico sinistro: viso magro, colorito livido, naso ricurvo, occhi tristi e corpo rinsecchito. E’ generalmente abbigliato di nero e con occhiali scuri.
Pirandello gli ha dedicato la novella “La patente”, mentre il grande Totò, con il suo inconfondibile stile, lo ha interpretato nel film “Questa è la vita”.
Anche se quasi tutti affermano di non credere agli oroscopi o alla sfortuna, è sempre meglio dare una sbirciatina alla pagina dedicata al nostro segno. Ed è meglio fare le corna quando un gatto nero attraversa la strada. Non si sa mai!
Curiosità storica
Tra i tanti aneddoti legati alla “jettatura napoletana” ce ne uno che narra che Re Ferdinando IV di Borbone, fortemente superstizioso, ospitò alla sua corte l’archeologo Andrea De Jorio e ciò malgrado la fama di jettatore che lo perseguitava. Il caso ha voluto che il giorno successivo, sicuramente per cause naturali legate alla vecchiaia, il Re morisse improvvisamente. Da quel momento in poi il popolo non fece altro che credere ancor di più nella jella ein tutto ciò che ne conseguiva.
Oggetti e gesti contro il malocchio
A volte compiamo dei gesti senza chiederci il perché o come siano nati!
A San Gregorio Armeno, una della vie più caratteristiche del capoluogo campano, vengono venduti diversi amuleti per scacciare il malocchio. Quello più diffuso èsenza dubbio ‘O Curniciello.
Un detto popolare specifica che deve essere “Tuosto, stuorto e cu ‘a ponta” (rigido, storto e con la punta). Per essere efficace non deve mai essere acquistato ma sempre ricevuto in dono; deve essere Rosso, il colore della fortuna; Fatto a mano, in modo che colui che lo modella gli possa infondere energie positive con le proprie mani.
Un altro oggetto è il ferro di cavallo, rigorosamente rivolto verso l’alto. Questa forma, richiamando l’apparato genitale femminile, fungerebbe da esca per il maligno, distogliendolo così dalle case che la utilizzano.
Tra i rituali più diffusi contro il malocchio e scacciare la sfortuna molto conosciuta è la formula di Pappagone(personaggio inventato sa Edoardo de Filippo) che recita: Aglio, fravaglie, fatture ca nun quaglie, corna, bicorna, cape ‘e alice e cape d’aglio”.
i usa toccare un oggetto in ferro o in legno e fare le corna con le dita della mano. Dagli antichi romani, che consideravano il membro maschile un simbolo di fertilità e protezione, abbiamo ereditato l’usanza di toccarci i genitali per scacciare la sfortuna. Non è propriamente da galateo, ma sicuramente quello più comune.
E voi siete superstiziosi?
Rompere uno specchio, passare sotto una scala, rovesciare sale e olio o vedere un gatto nero che attraversa la strada che effetto vi fa? Toccate ferro, fate gli scongiuri o siete pervasi da brividi di paura?
L’associazione culturale Insolitaguida (www.insolitaguida.it) propone regolarmente delle passeggiate narrate nelle viscere di Napoli alla scoperta delle più disparate curiosità e dicerie popolari legate alla grande cultura scaramantica dei napoletani.