Ultima Modifica il 11 Dicembre 2019
Piazza dei Martiri, una delle più eleganti della città della città di Napoli, si trova nel cuore del quartiere Chiaia. E’ il punto di partenza delle vie dello Shopping e della cultura partenopea.
La piazza, dalla particolare forma triangolare e leggermente in pendenza, è dominata dal Monumento a colonna dedicato a tutti i (Martiri) Napoletani caduti per la libertà durante quattro momenti drammatici dei secoli scorsi. La Rivoluzione partenopea del 1799, i moti carbonari del 1820, i moti rivoluzionari del 1848 e il passaggio dal Regno delle Due Sicilie all’Unità d’Italia nel 1860.
E’ circondata e protetta da tre palazzi storici: Palazzo Partanna, Palazzo Calabritto e il Palazzo Nunziante.
Un pò di storia di Piazza dei Martiri
La piazza, in origine uno slargo irregolare, nasce intorno al ‘600 nel luogo in cui si trovava la chiesa di Santa Maria a Cappella Nuova. Il cambiamento più significativo lo si ottenne con Ferdinando II di Borbone.
Il sovrano Re delle Due Sicilie, per celebrare la pace riconquistata dopo i moti rivoluzionari del ’48, affida a Enrico Alvino la creazione di un monumento che simboleggiasse la “ritrovata pace”. La scelta del luogo non fu casuale, pare che proprio quì vi furono diversi caduti durante i moti.
Dopo l’annessione di Napoli al Regno d’Italia l’allora sindaco di Napoli, Andrea Colonna di Stigliano, decise risistemare e riconvertire il monumento nella versione attuale intitolandolo ai martiri napoletani per la libertà. Il progetto fu affidato ancora una volta a Enrico Alvino che identificò in Emanuele Caggiano il realizzatore del nuovo monumento.
I 4 Leoni di Piazza dei Martiri
Il centro della piazza è occupato da una colonna, risalente al periodo borbonico. Al posto della della Madonna della Pace, che era posta originariamente in cima, si trova una statua alata simboleggiante la “virtù dei martiri”.
Alla sua base si trovano quattro leoni che rappresentano i martiri napoletani di diverse epoche storiche (1799, 1820, 1848, 1860). Giriamo virtualmente attorno al monumento e scopriamo il loro significato di ogni belva.
Leone morente di Antonio Busciolano – rappresenta i martiri della Repubblica Partenopea del 1799 che gemellò i moti rivoluzionari francesi con le spinte innovatrici della classe dirigente illuminista napoletana. La rivoluzione, lo sappiamo, fallì miseramente non avendo il sostegno del popolo e fu seguita dalla restaurazione e la repressione sanguinosa.
Leone trafitto da spada di Stanislao Lista – simboleggia i caduti carbonari del 1820 soffocati nel sangue.
Il Leone sdraiato di Pasquale Ricca – che con la grossa zampa mantiene lo statuto del 1848, rappresenta i napoletani morti nei moti dello stesso anno.
Leone indomito di Tommaso Solari – l’unico fra i quattro ad essere in piedi. E’ dedicato ai caduti garibaldini del 1860, ultimi martiri del popolo napoletano, che hanno portato alla unità d’Italia. Proprio alle spalle di questo leone è posta una targa commemorativa.
Alla gloriosa memoria dei cittadini napoletani che caduti nelle pugne o sul patibolo rivendicarono al popolo la libertà di proclamare con patto solenne ed eterno il plebiscito del XXI ottobre MDCCCLX Il Municipio Consacra.
A dire il vero si parla anche di un quinto leone, mai realizzato. Avrebbe dovuto rappresentare i martiri caduti nella lotta contro la dinastia Savoia.