Ultima Modifica il 7 Gennaio 2020
La piccola chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, incastonata in un vicoletto del panoramicissimo Corso Vittorio Emanuele, si lascia appena scoprire. Siamo a pochi passi dalla cittadella monastica di Suor Orsola Benincasa.
La facciata della chiesa, oggi abbandonata, del Santo Sepolcro è caratterizzata da un bellissimo portone ottocentesco intarsiato con una gigantesca croce, e un immensa ostia. Due pilastri corinzi affiancano il portone ottocentesco intarsiato a rappresentare una gigantesca croce, e un’altrettanto immensa ostia. Il tutto è sovrastato da un finestrone a mezza luna con il nome della chiesa inciso in ferro battuto.
Come la chiesa di San Giovanni Battista ai Camaldoli o la chiesa all’interno del Cimitero delle Fontanelle, la chiesa del Santo Sepolcro è stata ricavata in una grotta naturale di tufo.Dal monte spunta anche parte del corpo strutturale del vicino convento cinquecentesco di Santa Lucia a Monte oggi trasformato in un magnifico albergo denominato Hotel San Francesco al Monte.
Il ritiro sacro del beato Carafa
L’antica Grotta degli Spagari, che regge la certosa di San Martino, è stata modellata fino a diventare un luogo di culto nel 1500 circa, quando un gruppo di frati, alla ricerca di luoghi isolati per i ritiri spirituali.
La chiesa ha visto e sentito le preghiere del venerabile Carlo Carafa che trascorse mesi di isolamento e preghiera prima di intraprendere il suo percorso in favore dei poveri, dei diseredati, delle donne perdute
Una volta ordinato sacerdote, iniziò ad assistere i malati dell’ospedale degli Incurabili. Oggi il corpo di Carlo Carafa è venerato da centinaia di fedeli nella chiesa di S. Nicola alla Carità.
Una leggenda metropolitana racconta che uno scandalo avrebbe causato l’immediata chiusura della storica chiesa. Pare, infatti, che nella chiesa venissero celebrati matrimoni anche tra persone divorziate.
La chiesa, purtroppo, risulta oramai abbandonata a se stessa ed esposta alle intemperie ed all’incuria. L’interno è stato spogliato di tutto, non c’è più nessuna statua e nemmeno la grande croce d’altare.