Ultima Modifica il 23 Luglio 2024
La Basilica di Santa Maria a Pugliano – ai piedi del Vesuvio – domina il mitico mercato dei panni usati, conosciuto anche come mercato di Resina, dal vecchio nome della città di Ercolano.
Un pò di storia
La terribile eruzione del Vesuvio del 24 Agosto del 79 d.C. cancellò in poche ore l’antica Herculaneum. Se ne perse presto la memoria, anche nel nome.
L’area cominciò a ripopolarsi gradualmente, ma è solo intorno all’anno Mille che si ha notizia di un piccolo villaggio, chiamato Resina. Era famoso per un Santuario, il più antica dell’area vesuviana, sorto sulla collina di Pugliano.
Il 12 febbraio del 1969 il Presidente della Repubblica decretò il cambio di toponimo da Resina ad Ercolano.
L’origine del nome Resina è alquanto incerta. Secondo alcuni deriva da “retincula” – le reti dei pescatori vesuviani; per altri da Rectina, una nobile romana che qui abitava. Una ricostruzione più suggestiva Resina altro non è che l’anagramma di sirena, mitica figura che è stato il simbolo del Comune ino al 1969.
Basilica di Santa Maria a Pugliano
Secondo la tradizione, non suffragata da dati storici, sulla spiaggia di Calastro, località tra Torre del Greco ed Ercolano, sarebbe sbarcato l’apostolo Pietro diretto a Roma.
Si narra che Ampellone, uno dei primi convertiti, per devozione decise di fondare un oratorio in onore della Madonna destinato a diventare poi la chiesa di Pugliano.
Il toponimo Pugliano deriva probabilmente dal ‘praedium pollianum’, un podere alle porte di Ercolano appartenentuto a un certo Pollio o Pollione. La Chiesa è ufficialmente menzionata in un documento del 1076 quando una nobildonna napoletana lasciava nel suo testamento « at S. Maria at Pugnanum tari 8 »
Nei secoli la chiesa, Basilica Pontifìcia dal 1574, è sopravvissuta anche a tutte le vicissitudini alle quali la città di Resina o è stata sottoposta.
Architettura
La facciata principale della chiesa, su un’ ampia piazza a circa 1 km dagli scavi di Ercolano, presenta un portico a tre archi affiancato da un campanile squadrato, alto 36 metri. Nella cella campanaria ci sono tre splendide campane, la più grande delle quali fu fusa grazie a una donazione del re Ferdinando II di Borbone.
L’interno, in stile tardo barocco, ha un impianto a croce latina con tre navate e diverse Cappelle laterali. Tra le numerose opere d’arte conservate al suo interno si scoprono preziosi quadri del XVI sec, un bellissimo San Gennaro del XVII sec, sculture e marmi del XVI-XVII secolo. Nella Cappella di S. Antonio ci sono due sarcofagi di marmo paleocristiani risalenti al II e al IV-V secolo d.C. adattati ad altari durante l’evangelizzazione dei monaci Basiliani.
Bello anche il cinquecentesco altare maggiore in marmi policromi, l’organo intagliato e lo splendido pulpito barocco, in legno di noce, riccamente scolpito. Le acquasantiere risalgono all’epoca romana, mentre la fonte battesimale, una delle più antiche dei paesi vesuviani, è ricavata nel XIII secolo da una vasca romana.
Interessante il Crocifisso Nero ligneo datato fine Duecento e l’antica e preziosa statua lignea della Vergine che allatta il Bambino, conservata presso l’altare maggiore, realizzata durante il primo decennio del Trecento.
Dove si trova: Piazza Pugliano 1, Ercolano. Orari di apertura: ore 8.30 – 11.00; 16.30 – 20.00. Tel. 0817390375.
Mercato di Resina
Da oltre 80 anni, nei pressi della Basilica di Santa Maria, si svolge il Mercato di Resina. Nome della città prima che nel 1969 riacquistasse il toponimo dell’antica Herculaneum.
Il mercato, fondato sull’arte di arrangiarsi, nasce subito dopo lo sbarco degli alleati a Salerno, 8 settembre 1943, come rivendita di divise militari trafugate ai convogli americani.
La storia vuole che gli americani percorressero via Pugliano con i camion carichi di beni (dal vestiario ai paracadute in seta) e che gli abitanti, alla sosta per il passaggio della Circumvesuviana, trafugassero gli oggetti per venderli.
Nel Dopoguerra si cominciarono a vendere le «balle al buio» con capi provenienti dagli Stati Uniti. I vestiti usati – comunemente chiamati pezze – erano venduti esponendoli direttamente lungo il marciapiede dopo aver aperto le balle nelle quali erano contenuti.
Curiosità. Le balle erano prese d’assalto perché si potevano trovare anche soldi o gioielli e orologi preziosi dimenticati negli indumenti.
Superata la crisi degli anni del dopo terremoto del 1980, il mercato di Resina diventa molto popolare soprattutto per il ritorno di moda degli abiti vintage.
Non è raro trovare, ancora oggi, sulle bancarelle veri e propri capi originali d’epoca, giacche di pelle, jeans, balle di stoffa e vestiti firmati. Tra i banconi del Mercato di Resina si aggirano registi di cinema e teatro per l’acquisto di abiti di scena.
Le botteghe e le bancarelle del paradiso dell’abbigliamento vintage sono attive tutti i giorni, dalle 8.00 alle 13.30, tra le viuzze e le piazze intorno a via Pugliano. Da Napoli basta prendere la circumvesuviana, direzione Poggiomarino o Sorrento e scendere alla fermata Ercolano Scavi. Da cui il mercato dista solo poche centinaia di metri.