Ultima Modifica il 25 Settembre 2023
Ogni anno la città partenopea celebra con moltissimo orgoglio le Quattro Giornate di Napoli, simbolo della liberazione dall’occupazione nazifascista.
Tra il 27 e il 30 settembre del 1943 il popolo napoletano dà vita ad un’insurrezione spontanea contro gli occupanti tedeschi; per questo motivo la città di Napoli, ed i suoi cittadini, hanno meritato una Medaglia d’oro al valore militare.
In Italia i conti con il fascismo finirono solo tra il 25 aprile (festa della Liberazione) ed il 1 maggio 1945 quando il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (Clani) proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.
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Le Quattro Giornate di Napoli
Quando la città di Napoli insorge erano oramai passati già tre anni dall’entrata in guerra dell’Italia, un evento al quale era assolutamente impreparata.
Napoli è devastata dai bombardamenti da parte dell’aviazione inglese e americana ma anche della Luftwaffe. Il porto di Napoli, uno dei porti più grandi del Mediterraneo, è raso al suolo; molti monumenti, come gli scavi di Pompei e la Reggia di Caserta, vengono gravemente danneggiati, non si salvò nemmeno la trecentesca Basilica di Santa Chiara.
Lo sbarco alleato del luglio precedente e l’armistizio dell’8 settembre fanno precipitare gli eventi. I tedeschi, per vendicarsi, mettono in atto tremende ritorsioni in città. Deportazioni, rastrellamenti ed esecuzioni indiscriminate affliggono un popolo già allo stremo.
La goccia che fa traboccare il vaso è il proclama del colonnello Scholl che impone la fucilazione in caso di mancata consegna di armi e munizioni. Viene anche istituito il servizio di lavoro obbligatorio per i giovani dai 15 ai 30 anni, nella sostanza una deportazione forzata ai campi di lavoro in Germania. L’insurrezione popolare è inevitabile.
Senza nessun ordine o segno convenuto, è animati da un forte istinto di conservazione, i Napoletani scelgono la lotta aperta tra il 27 e il 30 settembre 1943.
Il 27 settembre del 1943 in ogni quartiere della città, dal Vomero a Mergellina, si imbracciano le armi, si erigono barricate e si lanciano bombe. A sopperire alla carenza di preparazione militare del popolo furono la furbizia e l’inventiva, caratteristiche tradizionali dei napoletani.
All’alba del primo ottobre del 1943 i tedeschi, che avrebbero voluto ridurre Napoli a cenere e fango, sono costretti a una trattativa. Per la prima volta dall’inizio della guerra i tedeschi sono costretti a trattare direttamente con i civili.
L’insurrezione tuttavia non segna la fine dei problemi. Napoli, diventata retroguardia della linea Gustav, deve subire nuovi bombardamenti, anche se meno frequenti, da parte dell’aviazione tedesca.
Le quattro giornate di Napoli è anche il titolo di un film drammatico del 1962 diretto da Nanni Loy; una pellicola che ancora oggi serve a non dimenticare quell’evento