Ultima Modifica il 22 Gennaio 2024

Di napoletani illustri ce ne sono tanti, tra questi sicuramente c’è Lamont Young (1851-1929). Un architetto e urbanista di grande inventiva e padre dei due castelli in stile neogotico medievale presenti nella nostra città: Castello Aselmeyer e Villa Ebe.



Lamont Young, l’architetto innamorato di Napoli

Chi era Lamont Young? Era un un napoletano a dispetto del nome. Di padre scozzese e madre indiana, nasce a Napoli il 12 marzo 1851 ed qui lavorò tutta la vita. E’ stato uno dei più importanti architetti che Napoli abbia avuto, anche se molti dei suoi progetti non vennero presi in considerazione.

L’eccentrico artista progettò vere e proprie opere d’arte come la sede del Grenoble (Via Crispi), il castello Aselmeyer (parco Grifeo) e villa Ebe. Fu autore anche di un ardito progetto della prima metropolitana di Napoli.

Il visionario architetto Lamont Young aveva previsto un grande piano di sviluppo del quartiere di Bagnoli. Il progetto del Rione Venezia, che doveva coinvolgere anche i Campi Flegrei, Fuorigrotta, Posillipo e Mergellina, non vide mai la luce al suo posto si avviò la costruzione dello stabilimento siderurgico dell’Ilva

Fu inoltre fondatore dell’Automobile Club di Napoli, il 18 Febbraio 1906, grazie alla sua passione per i motori.

Castello Aselmeyer – Castello Grifeo dei principi di Partanna

Il Castello Aselmeyer, con la sua architettura neogotica, assomiglia a una fortezza medievale.

Castello Aselmeyer Napoli

Lamont Young, l’uomo che costruiva castelli scelse un angolo di paradiso tra la collina e il mare, sul corso Vittorio Emanuele (al civico 166), per realizzare uno dei suoi capolavori, il Castello Aselmeyer o castello Grifeo dei principi di Partanna.

La dimora, posta all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele ed il Parco Margherita, viene costruita fra il 1899 e il 1902. Rappresenta un bellissimo esempio di architettura neo-medievale in stile gotico inglese. La facciata è rivestita da bugne in pietra vesuviana, torri merlate, vetrate policrome elementi e motivi elisabettiani e dei Tudor, tipici delle residenze borghesi inglesi.

L’edificio, che nell’idea originale doveva essere un albergo, divenne invece abitazione privata dell’architetto stesso. Venne poi acquistato dal banchiere Carlo Aselmeyer, da cui il nome.

Il castello è legato alla nobile famiglia siciliana dei Grifeo di Partanna precedenti proprietari dei terreni. I Grifeo ne erano venuti in possesso in quanto eredi di Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia e moglie morganatica di re Ferdinando I. La via del parco Grifeo è una tortuosa stradina che dal C.so Vittorio Emanuele porta alla residenza di Lucia.

Villa Ebe, il castello di Pizzofalcone

Altra opera famosa di Lamont Young è Villa Ebe, conosciuta ai più come il Castello di Pizzofalcone. Deve il suo nome a Ebe Cortazzi, moglie siciliana dell’architetto. In cima al quartiere di Monte di Dio, Villa Ebe ricalca lo stile vittoriano e neogotico molto caratteristico e mai del tutto apprezzato di Lamont Young.

Lamont Young - Villa Ebe Napoli

La villa rimase dimora di Young sino al 1929 quando l’incompreso artista si tolse la vita, proprio sulla terrazza, con un arma da fuoco. Nel 2000 un incendio doloso ha danneggiato gravemente il castello, devastando le sale interne e distruggendo la scala elicoidale. L’unica zona rimasta integra è la torre quadrata con le finestre ad arco e alcuni elementi neogotici.

Una leggenda narra che che un’ombra si aggiri, durante le fredde notti d’inverno, inquieta e veloce sulla terrazza della villa. Si dice sia lo spettro malinconico di Lamont Young deluso dalla vita.

Sul finire degli anni ’90 il Comune di Napoli acquistò la pregevole villa dai suoi eredi per trasformarla nel Museo dell’architettura liberty. Purtroppo il progetto è arenato nei meandri della burocrazia.