Ultima Modifica il 9 Settembre 2024
Come da tradizione il 12 settembre migliaia di fedeli si riversano a Ospedaletto d’Alpinolo (AV) per l’antica tradizione della Juta a Montevergine. Un antico pellegrinaggio che conduce al Santuario di Montevergine, luogo di devozione Mamma Schiavona, la Madonna Bruna, colei che tutto può e tutto perdona. viene conservata nell’abazia incastonata
La grande festa popolare tra i monti del Partenio chiude il ciclo delle Sette Madonne Sorelle della Campania. Famosa anche la processione della Candelora con la tradizionale Juta dei Femminielli che però si svolge il 2 di Febbraio.
Curiosità. Il borgo di Ospedaletto (ospita – letto) prende il nome dall’antica usanza di dare ospitalità a tutti coloro che si recavano a salutare la Madonna.
‘A juta a Montevergine, tre giorni di festeggiamenti
Come da tradizione, le celebrazioni per Mamma Schiavona durano tre giorni: dal 10 al 12 settembre di ogni anno.
Per l’occasione tante tammurriate, spettacoli di strada, musica dal vivo e degustazioni enogastronomiche animano il centro storico di Ospedaletto.
Un gran finale tra fede e folklore. La festa ha il suo culmine il 12 settembre quando i fedeli si riuniscono in piazza Demanio di Ospedaletto d’Alpinolo e da qui partono per compiere la cosiddetta sagliuta (la salita) verso il Santuario di Montevergine.
‘A Juta a Montevergine è un’escursione carica di storia e devozione che si snoda lungo l’antico “Sentiero del Pellegrino”. Lungo il percorso si attraversano luoghi carichi di significato come la Cappella dello Scalzatoio, il Tiglio Sacro e la Sedia della Madonna. Si narra che la Madonna è qui che si sarebbe riposata prima di raggiungere il luogo dove oggi si trova il santuario a Lei dedicato.
I fedeli affrontano la pendenza del percorso in totale silenzio. Una volta giunti ai piedi della scalinata, costituita da 23 gradini, che conduce al Santuario si instaura un dialogo tra i fedeli e la Madonna.
Alla fine del rito, si entra in Chiesa e dopo averla attraversata si esce dalla porta principale cantando a suon di tamburo, senza mai voltare le spalle al quadro della Madonna.
Ci si congeda da Mamma Schiavona intonando il seguente canto: «E statt buon Maronna mij, l’ann’ che vene turnamm’ a venì», ovvero “Stammi bene Madonna mia, il prossimo anno torneremo da te”.
Culto della Madonna di Montevergine
La Juta, o salita al religioso monte, è una tradizione che si rinnova da più di otto secoli. La sua origine è legata al giovane pellegrino Guglielmo da Vercelli.
Si narra che il monaco fondatore del Santuario di Montevergine durante il viaggio per raggiungere Gerusalemme è assalito da banditi. Il santo vide in quella disavventura un segno della divina provvidenza e fu così che decise di ritirarsi in solitudine e dedicarsi alla meditazione sul monte Paternio.
Successivamente, incoraggiato dall’apparizione di Gesù, decise di costruire un Santuario in onore della Vergine Maria.
Già nel 1139 si parla del pellegrinaggio lungo i sentieri del monte Partenio verso il santuario di Montevergine. I fedeli sono attratti dalle virtù e dai miracoli di San Guglielmo ma anche dalla sua devozione verso la Madonna.
Per molti credenti è considerata una “Mamma celeste” in grado di comprendere e proteggere le fragilità delle persone semplici. La sua icona viene chiamata “Mamma Schiavona” e “Mamma nera” perché il quadro che la raffigura mostra la Vergine con un colore di pelle scuro.
Il suo dipinto, conservato all’interno del Santuario di Mercogliano, la Madonna indossa una tunica nera con il bambino Gesù tra le sue braccia.