Il Sapunaro, un’antico e curioso mestiere napoletano, è legato ai monaci olivetani di Sant’Anna dei Lombardi, un monastero fondato in epoca Angioina. A lui è dedicata la ricetta degli spaghetti «a’ sapunariello», la grande passione di Eduardo De Filippo,

Napoli e suoi antichi mestieri:‘O sapunaro

Secondo la tradizione i monaci olivetani erano famosi per la produzione artigianale di sapone. Essendo un bene difficile da produrre e altamente richiesto il sapone fungeva da mezzo di scambio, sostituendo il denaro nelle transazioni commerciali del monastero.

I monaci lo barattavano con i “robivecchi” ottenendo così tutto ciò di cui avevano bisogno per il monastero sito nell’odierna via Monteoliveto. Potreste interessarti Complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi a Monteoliveto.

Piazza Monteoliveto_ L Bocca

Curiosità. Il detto napoletano “Ccà è pezze, è ccà ò sapone“allude alla necessità di ottenere una immediata contropartita per un servizio reso.

Fino a qualche decennio fa il rigattiere girava per vicoli e vicarielli di Napoli urlando a squarciagola : “Dateme ‘a robba vecchia, ie panne viecchie”. Il suo carretto era un magnete per le massaie che non volevano perdere una buona occasione di liberarsi di abiti smessi, cinfrusaglie di ogni tipo e oggetti ormai inutilizzati.

Anche in questo caso scambio avveniva anche in questo caso attraverso il baratto, la merce non era pagata con i soldi, ma con il sapone.

Con il tempo il sapone non fu più oggetto del baratto, fu infatti sostituito dai piatti e dalle bacinelle. E così che i saponari vennero ridefiniti “piattari”. Tuttavia, la voce del richiamo rimase sempre: “Sapunaro… Rrobba vecchia… sapunaro!”

Il mestiere del “sapunaro”, sotto la giurisdizione dell’Eletto del Popolo, era esercitato soprattutto da persone prive di qualunque formazione. Uno dei motivi per il quale all’appellativo sapunaro o sapunariello venne dato il significante di commerciante senza perizia.

Spaghetti «a’ sapunariello», la passione di Eduardo De Filippo

Storia e ricetta di un piatto della tradizione napoletana. Eduardo De Filippo, un palato fine e un animo goloso, nutriva una predilezione particolare per gli spaghetti alla sapunariello, creati dalle mani sapienti del suo caro amico Navarra.

Spaghetti alla sapunariello

Spaghetti alla sapunariello

Quest’ultimo, soprannominato affettuosamente “saponaro” da Eduardo, era non solo un eccellente cuoco, ma anche un uomo di grande talento che, nel tempo, divenne un rinomato antiquario. Il suo negozio era nella centralissima Piazza dei Martiri.

La cottura in forno dona agli spaghetti alla sapunariello un aspetto irresistibile: una superficie dorata e croccante, punteggiata da filamenti di formaggio fuso.

La ricetta

Ingredienti per 2 persone. 200 g spaghetti, 1 spicchio aglio, 30 g capperi, 50 g olive di Gaeta (snocciolate), 3 cucchiai pangrattato (o taralli sbriciolati), sale q.b., olio extravergine d’oliva q.b..

Preparazione.

Versare in una padella un generoso filo di olio extravergine di oliva e lo spicchio di aglio, far soffriggere leggermente. Dopo pochi minuti di cottura aggiungere i capperi dissalati e le olive. Mettiamo a cuocere gli spaghetti, scolare la pasta al dente e versarla nella padella con il condimento aggiungendo un mestolo di acqua di cottura della pasta.

Spegnere il fuoco quando la pasta sarà cotta e si sarà creato un sughetto cremoso. Traferire gli spaghetti in una pirofila, incorporare il pangrattato, mettere nel forno già caldo e far gratinare a 180° per 15 minuti.

Servire e buon appetito!