Ultima Modifica il 9 Gennaio 2024
La fontana della Spinacorona, conosciuta anche come la fontana delle Zizze, la si scopre passeggiando nel cuore di Napoli. E’ addossata alla chiesa di Santa Caterina della Spina Corona, da cui prende il nome, in Via Giuseppina Guacci Nobile.
E’ un ulteriore testimonianza di come la bellezza di Napoli sia posta sotto la protezione delle generose forme di Parthenope.
In questa fontana la sirena Partenope, utilizzando l’iconografia greca, viene raffigurata nelle fattezze di una donna con grandi ali e zampe di uccello. La sirena è in procinto di spegnere le fiamme del vulcano Vesuvio con l’acqua che le sgorga dai seni (le “zizze” in napoletano). Potrebbe interessarti Leggenda della Sirena Parthenope e le origini di Napoli.
Dum Vesuvii Syrena incendia mulcet. La Sirena mitiga le fiamme del Vesuvio. Marcantonio Epicuro, XVI secolo.
Così recita un’epigrafe andata perduta, posta alla sommità della fontana della Spinacorona. Il popolo partenopeo, pare invocasse spesso la dea Sirena per placare l’ira funesta del Vesuvio che in quegli anni era particolarmente attivo.
Curiosità – A Napoli il significato della parola “zizze” non è solo di una parte anatomica femminile, bensì ha anche un significato bene augurante: abbondanza, prosperità, benessere, felicità, salute.
L’origine della fontana della Spinacorona
Della Fontana non si conosce la data precisa di realizzazione, vene citata per la prima volta nel 1498 nella Platea delle acque, un documento relativo alla distribuzione idrica in città.
Nel 1540 è stata restaurata dal viceré don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga probabilmente su disegno di Giovani da Nola. Come attestato dalla presenza dello stemma di Carlo V, quello a scacchi del vicerè nonché quello rosso e dorato della Città.
Dopo essere stata abbandonata per secoli al degrado nel 1925 si decise di spostare la Sirena nel Museo di San Martino e di collocare al suo posto una copia, a cura dello scultore Achille D’Orsi.
Chiesa di Santa Caterina della Spina Corona
La chiesa di Santa Caterina, fondata nel 1354 dai nobili del Seggio del Nilo, è detta della Spina Corona, perché si crede che custodisse, fin dai tempi degli Angioini, una spina della Corona di Cristo. La chiesa è chiamata anche dei “Trinettari” poiché in quella strada vi erano mercanti di nastri (trine).
Viene edificata con le offerte in denaro dei nobili del Sedile di Nilo nel 1354, per un periodo di tempo venne adibita a Sinagoga. In questa zona, infatti, tra il XIII ed il XVI secolo c’era a una numerosa comunità ebraica e perciò detta della “Giudecca”.
Interessante il portale marmoreo medievale. L’interno è a pianta quadrata con tre navate, sull’altare vi era un dipinto del Cristo Crocefisso, ai lati i quadri di Santa Caterina e San Francesco. In alto i simboli della prima Congrega: il calice e l’ostia ed un drappo raffigurante Santa Caterina.
La chiesa, oggi consacrata, era adibita fino ad un decennio fa a tipografia, oggi è un deposito della Parrocchia.