Ultima Modifica il 14 Ottobre 2020
Il protagonista del nostro post è il Sebeto, il fiume che bagnava l’antica Neapolis per poi sparire misteriosamente. Photo di copertina @Daniele di Palma.
Un fiume mitico che evoca la storia dei primi insediamenti partenopei quando la città di Napoli si sviluppò intorno a tre corsi d’acqua: il Veseri, il Dragone e il Sebeto .
Il suo antico nome, Sepeithos, traducibile come andar con impeto, è ci è stato tramandato sul verso di alcune monete coniate fra il V e il IV secolo a.C..
Il Sebeto, l’antichissimo fiume di Napoli, cantato da Virgilio, Boccaccio, Sannazzaro,… nasceva dalla Grotta detta “delle Fontanelle del Cancellaro nel fondo della Preziosa”sulle pendici del Monte Somma. Arrivato a Napoli si divideva in due rami. Uno di essi finiva in un punto imprecisato sotto la collina di Pizzofalcone, tra le attuali piazza Borsa e piazza Municipio; l’altro sfociava in mare in una zona più a oriente, verso l’attuale Ponte della Maddalena.
Le trasformazioni urbane iniziate nel XIV secolo hanno prima ridimensionato e in seguito sepolto il corso del fiume. Attualmente, le sue tracce sono visibili solo in pochi punti della città.
In sua memoria, per volere del viceré Manuel Zuñiga y Fonseca, fu commissionata a Cosimo Fanzago la costruzione di una Fontana, detta del Sebeto. Oggi la si può ammirare in Largo Sermoneta a Mergellina.
La legenda
Si narrano diverse leggende sulla nascita del fiume fantasma, una delle più famose è quella che narra la storia del Dio Vesevo (Vesuvio) e del Dio Sepheitos (Sebeto) i quali si innamorarono entrambi di una sirena di nome Partenope la quale non sapendo chi scegliere tra i due decise di uccidersi diventando uno dei faraglioni di Capri, mentre il Dio Vesevo per la rabbia diventò un vulcano, l’attuale Vesuvio, e il Dio Sepheitos per la disperazione pianse fino a creare un fiume che attraversava la zona di Napoli e dintorni.
Una leggenda più romantica, narra invece del grande amore tra Sebeto, ricco proprietario terriero, e Megara. Questa morì annegata nelle acque del golfo mentre camminava e si trasformò in scoglio (Megaride). Sebeto quindi, distrutto dal dolore, si sciolse in lacrime e diventò fiume per gettarsi nel mare dove l’amata era morta.