Ultima Modifica il 29 Gennaio 2023

Da secoli, nel giorno della Candelora, il santuario della Beata Vergine Maria di Montevergine è meta di uno dei pellegrinaggio più suggestivi della Campania: “A’ Juta dei Femminielli”.

L’antico rito richiama innumerevoli fedeli e curiosi, pronti a sfidare il freddo e la pioggia per ricevere la benedizione dalla Madonna Bruna, colei che tutto può e tutto perdona.

Mamma Schiavona, la più venerata delle sette Madonne sorelle della Campania, viene onorata due volte l’anno: il 2 febbraio ed il 12 settembre.viene celebrata due volte l’anno.

Candelora: origine e significato

Oggi 2 febbraio ricorre la festa cristiana della Candelora. E’ il giorno in cui si celebra la Presentazione al Tempio di Gesù, e della purificazione di Maria.

Maria e Giuseppe, fedeli alla Legge di Mosè, presentarono Gesù al Tempio di Gerusalemme quaranta giorni dopo la sua nascita. In quell’occasione San Simeone il Vecchio riconobbe Gesù di Nazareth come Messia e affermò che sarebbe stato “luce per illuminare le genti”.

Questo gesto carico di significato, narrato dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-39), ci ricorda l’inizio del cammino di Gesù verso la salvezza dell’umanità.

Candelora a Montevergine - Olivo Scibelli Candelora a Montevergine – Photo Olivo Scibelli

Per tradizione in questo giorno si benedicono e distribuiscono ai fedeli candele, affinché la loro luce li protegga dalle calamità e tempeste.

Un’antica usanza popolare vuole che la Candelora ci riveli i segreti del tempo a venire. Neve e pioggia promettono un rapido addio al freddo, mentre il sole lascia presagire un prolungamento della stagione invernale.

Mamma Schiavona protettrice dei femminielli

L’origine della profonda devozione dei femminielli alla Vergine è legata a un’antica leggenda medievale che narra di un miracolo avvenuto sul monte Partenio.

questa tradizione è legata alla vicenda di due giovani amanti omosessuali che, il 2 febbraio 1256, fMaria, irradiando luce, riscaldò i due innamorati, salvandoli da morte sicura.

La tradizione orale tramanda che durante la processione della Candelora al 1256 due omosessuali, scoperti in atteggiamenti intimi, furono condannati ad essere incatenati a un albero sulla montagna e condannati a morire de a morir di freddo o sbranati dai lupi.

La Madonna Bruna ebbe pietà di loro e li salvò scaldandoli con la sua luce. Il miracolo fu visto come un segno di tolleranza soprannaturale e da allora i femminielli divennero devotissimi della Madonna di Montevergine.

Da allora nel giorno della Candelora gay, lesbiche e transessuali rendono omaggio alla Vergine Maria insieme a tanti altri pellegrini. Uniti dalla fede e dalla musica, i pellegrini salgono al Santuario della Madonna di Montevergine accompagnati dal ritmo delle tammurriate. L’arrivo al Santuario è un momento di grande condivisione e gioia.

A Juta a Montevergine

A dirla tutta molti secoli prima di Cristo a salire pellegrinaggio a Montevergine erano i preti eunuchi di Cibele, fedeli della Madre Nera, simbolo femminile della natura. Il suo tempio sorgeva poco lontano dal Santuario di Montevergine, sul monte Partenio.

Secondo la leggenda, i coribanti arrivavano a evirarsi per donare il proprio sesso alla Dea. Vestiti di sete colorate e con trucchi appariscenti, al suono di cembali e tamburi, riscendevano la Montagna nella loro nuova identità.

A’ Juta dei femminielli, la processione

Il carattere pagano del culto ha spesso provocato scontri con l’autorità ecclesiastica. In due occasioni, nel 2002 e nel 2010, l’abate del santuario ha scacciato i gay dalla chiesa scagliando su di loro un vero e proprio anatema.

Tradizione vuole che i pellegrini convergano da ogni dove, la vigilia della Candelora, al borgo di Ospedaletto d’Alpinolo tappa obbligata prima di affrontare l’ascesa al Santuario di Montevergine.

Qui i pellegrini sostano per riposarsi e rifocillarsi in vista della lunga camminata a piedi che li attende il giorno dopo. Il pomeriggio e la sera ci si intrattiene in piazza con la musica delle paranze e con le classiche tammurriate.

Il 2 febbraio è invece una giornata di sacrificio e di sudore! Per arrivare alla sommità della montagna dove si trova il Santuario ci vogliono oltre due ore di cammino e, nonostante il freddo pungente, si fatica molto.

É un pellegrinaggio lento, dove i devoti percorrendo il Sentiero dei Pellegrini partecipano emotivamente alla scalata giungendo alla Cappella dello Scalzolaio.

Altra tappa del pellegrinaggio è il Trono della Madonna, una grande roccia che, narra la tradizione, abbia fatto da sedia alla Madonna che saliva al Partenio. Il sentiero prosegue poi fino al Tiglio Sacro e più avanti ancora alle Stazioni della Via Crucis.

Molto suggestivi sono i canti eseguiti sulla Scala Santa che porta alla Chiesa. Ad ogni gradino, un canto sale verso il cielo, portando con sé le speranze e le preghiere dei pellegrini.

Le tammurriate cessano quando si entra nella Chiesa, per poi riprendere freneticamente quando si esce al termine della messa.

La festa della Candelora è anche golosa

In Francia, il 2 febbraio, sono servite tradizionalmente le crêpes, simbolo di buon auspicio e prosperità. La tradizione narra che, affinché la ricchezza arrivi e i desideri si realizzino, si deve tenere in mano una moneta e allo stesso tempo manovrare con destrezza la padella, facendo roteare la crêpe in aria senza farla cadere a terra.

Per tradizione in Campania si usa mangiare il migliaccio, un’ antica ricetta tramandata dalle suore del monastero dedicato a Santa Rosa, a Conca dei Marini.