Ultima Modifica il 23 Luglio 2024
Il Parco Vergiliano a Piedigrotta, abbarbicato ai piedi del costone tufaceo di Posillipo, è un sito straordinario di Napoli stranamente poco conosciuto. Il Parco splende ancor di più per la presenza della Crypta Neapolitana.
Questo luogo magico lo si scopre alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, e a pochi passi dal mare di Mergellina.
All’interno del Parco Vergiliano a Piedigrotta si possono incontrare monumenti e tombe che danno come la sensazione di essere sospesi tra leggenda e realtà. Pochi posti al mondo possono affermare di possedere le tombe di due grandi poeti, distanti nel tempo, ma vicini nel cuore dei napoletani: Virgilio e Giacomo Leopardi.
Parco Vergiliano, la Storia
In origine era una proprietà privata acquistata dallo stato Italiano e risistemato in occasione dell’apertura dell’odierna galleria delle Quattro Giornate (1885). Fu solo intorno al 1930, in occasione del bimillenario delle Celebrazioni Virgiliane, che è diventato Parco. La sistemazione attuale del parco Verniciano la si deve al latinista e archeologo Enrico Cocchia.
Parco Verniciano, cosa vedere
Attraversando un cancello alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Mergellina, si parte alla scoperta di affascinanti segreti e importanti testimonianze della storia dell’antica Neapolis.
Imboccando il viale alberato si trova un’edicola, voluta dal vicerè Pietro d’Aragona nel 1668, contenente due iscrizioni nelle quali si ricorda proprio la presenza dei resti mortali di Virgilio. Sulla destra, invece, è presente un busto dello stesso poeta posto su una colonnina, omaggio nel 1931 degli studenti dell’Accademia dell’Ohio.
Poco più avanti, in un’area a lui dedicata, c’è invece la tomba del poeta Giacomo Leopardi (1798 – 1838). Alle spalle del monumento funebre vi sono due iscrizioni, provenienti dal primo sepolcro leopardiano, collocato all’interno dell’antica Chiesa di San Vitale a Fuorigrotta (oggi scomparsa).
Seguendo la stradina che sale lungo la collina, si arriva nel punto più alto del parco dove si trova l’apertura della Crypta Neapolitana e un colombario d’età augustea tradizionalmente ritenuto il sepolcro di Publio Virgilio Marone (70 a.C. – 19 a.C.).
In realtà si tratta di una di tumulazione collettiva di epoca romana. La camera funeraria, che si trova al suo interno, possiede dieci nicchie ed è coperta da volta a botte con tre piccole aperture da cui filtra la luce.
All’esterno si trova un epitaffio Mantua me genuit, calabri rapuere, tenet nunc /Partenope: cecini pascua, rura. duces. Mantova mi generò, il Salento mi rapì, ora mi tiene Napoli. Io cantai dei pascoli, dei campi, dei condottieri. La leggenda narra che questa frase sarebbe stata dettata dallo stesso Virgilio in punto di morte.
Secondo la leggenda il poeta latino, amato dal popolo e dai notabili come Virgilio Mago e protettore laico della città prima di San Gennaro, avrebbe costruito in una sola notte la Crypta Napoletana.
Questa imponente galleria lunga oltre 700 metri fu realizzata alla fine del I° secolo a.C. sotto il costone tufaceo di Posillipo. I lavori, voluti da Marco Vipsanio Agrippa, furono diretti da Lucio Cocceio, per velocizzare i collegamenti tra Neapolis e Puteoli. Scopri la storia della Crypta Neapolitana.
Parco Vergiliano (Crypta Neapolitana, tombe di Virgilio e Leopardi)
Indirizzo: Via Piedigrotta, 20 – Napoli
Orari: Feriali dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto – Festivi dalle 9.00 alle 13.00
Costi: Ingresso gratuito