Ultima Modifica il 2 Agosto 2022

A Mergellina, sul mare dei pescatori di Napoli, esiste una delle chiese più suggestive di Napoli, è la Chiesa di Santa Maria del Parto. Piccolo tempio cinquecentesco frutto dell’amicizia tra un poeta e un re.

Correva l’anno 1497 quando il poeta umanista partenopeo Jacopo Sannazaro (1455-1530) ricevette in dono da re Federico d’Aragona un terreno sul quale fece costruire la sua abitazione, una torre e questa chiesa.



«Si’ bella e ‘nfama comme o’ riavulo ‘e Margellina» – Nella Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina vi è un singolare dipinto del 1542 «San Michele che scaccia il demonio», conosciuto popolarmente come “Il diavolo di Mergellina”.

Santa Maria del Parto, la Chiesa

La facciata esterna mostra due tondi affrescati con i ritratti del re Federico d’Aragona e di Jacopo Sannazzaro. Un recente restauro curato dall’Università Suor Orsola Benincasa, con l’alta sorveglianza del Mibac, ha riportato all’antico splendore gli stemmi che si trovano sul portale d’ingresso della chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina.

Chiesa di Santa Maria del Parto Napoli

Tra i dipinti emersi (cinque stemmi) al centro è quello dell’Ordine dei Servi di Maria; ai lati sono invece, due stemmi cardinalizi: di fra Stefano Bonucci e probabilmente di Dionisio Laurerio. In basso, ai lati del portale, ci sono gli stemmi di nobili famiglie napoletane legate alla corona Aragonese.

A dirla tutta l’edificio sacro è composto da due chiese. Una inferiore, dedicata alla Natività, e una superiore, più importante e ricca di testimonianze artistiche dedicata ai santi Giacomo (Iacopo) e Nazario. Pare che questa splendida chiesa prenda il nome dall’opera “De partu virginis” del poeta umanista Jacopo Sannazaro.

La chiesa inferiore, interamente scavata nel tufo, fu terminata nel 1525, con un ingresso autonomo e dedicata a santa Maria del Parto. Divenne il luogo di preghiera per tutte le donne incinte o per quelle che desideravano un figlio. L’usanza prevedeva che il 25 di ogni mese si recitassero preghiere a favore di queste donne.

La costruzione della chiesa superiore, invece, subi vari ritardi sia per l’epidemia di peste sia a causa della guerra tra francesi ed inglesi che imperversava in quegli anni.

L’accesso alla chiesa si fa tramite alcune rampe di scale che conducono ad un piazzale che in realtà è un lastrico solare privato. Splendida la vista che si gode da tale piazzale.

Se non volete fare le scale basta proseguite su via Mergellina, oltre il bivio con la citata stradina interna c’è un portoncino che dà accesso ad un ascensore che sale fino al vestibolo della chiesa.

L’interno della Chiesa di Santa Maria del Parto è piccolo e a navata unica con decorazioni in stucco bianco e dorate. Nelle cappelline (tre per lato) e nell’abside vi sono diverse tele ed affreschi, alcuni risalenti al XVI° sec..

3 opere significative

La tomba del Sannazzaro (posta nell’abside). Un monumento dalla complessa iconografia di ispirazione pagana finemente realizzato in Marmo di Carrara dagli scultori Bartolomeo Ammannati, Giovanni Angelo Montorsoli e Francesco Ferrucci.

Il presepe di Giovanni da Nola in legno di tiglio del ‘500. Le statue sono di grandezza quasi naturale, prive d’accessori che possono distrarre dall’importanza dell’evento sacro. Purtroppo oggi si possono ammirare solo cinque statue, immagini solenni che invitavano alla religiosità e alla preghiera.

Tela di San Michele che calpesta il demonio (posta nella prima cappella di dx) dipinta da Leonardo da Pistoia. Il dipinto, conosciuto anche come “Il diavolo di Mergellina”, mette in scena un San Michele Arcangelo intento a trapassare la gola di un demonio, personificato da una seducente donna seminuda con una folta chioma ramata e con tratti tipici di un serpente.

Proprio da questa opera e dalla sua storia, proviene il proverbio napoletano: Si bella e ‘nfama comm’ o riavule ‘e Margellina (Sei bella ed infame come il diavolo di Mergellina).

Santa Maria del Parto - Tela di San Michele che calpesta il demonio

La leggenda del Diavolo di Mergellina

Una leggenda narra che Vittoria d’Avalos si sarebbe innamorata follemente del cardinale Diomede Carafa, mettendo a dura prova le sue virtù. Per porre rimedio alle pressanti richieste di amore della donna fece dipingere il quadro con unguenti e pitture speciali. La donna quindi rinunciò all’amore ed il cardinale, per celebrare la sua vittoria, fece incidere sull’opera la scritta: « Fecit victoriam alleluia 1542 Carafa».

Tra le altre opere degne di nota c’è il dipinto del pittore fiammingo Malines Cornelis Smet, L’Adorazione dei Magi. La tela, donato da re Federico al Sannazaro, si trova nella piccola cappella a destra del presbiterio.

Chiesa di Santa Maria del Parto – Via Mergellina, 80122 Napoli NA, Italia