Ultima Modifica il 26 Dicembre 2024
La Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, un’oasi di pace e spiritualità che si affaccia sul Golfo di Napoli, ospita la tomba del poeta napoletano Jacopo Sannazaro.
La Jacopo Sannazaro (1455-1530), uno dei più importanti poeti del Rinascimento, entrò a far parte della corte aragonese, legando indissolubilmente il suo nome a quello di Federico d’Aragona. Potrebbe interessarti: La storia di Napoli, capitale del Sud Italia.
«Si’ bella e ‘nfama comme o’ riavulo ‘e Margellina» – Sei bella ed infame come il diavolo di Mergellina. Santa Maria del Parto è indissolubilmente legata a una delle più famose leggende d’amore napoletane, narrata nel 1890 da Matilde Serao.
Storia della Chiesa
La sua storia inizia sul finire del Quattrocento quando il munifico re Federico d’Aragona donò a Jacopo Sannazzaro un terreno (oltre una cospicua rendita) su cui il poeta napoletano costruì una torre, la sua dimore e due cappelle .
I lavori di realizzazione cominciarono nel 1504, quando il poeta si trasferì a Mergellina.
La chiesa inferiore, interamente scavata nella roccia tufacea, fu portata a termine nel 1525 e dedicata alla Natività. Un’antica usanza voleva che il 25 di ogni mese le donne si riunissero in questa chiesa per invocare la benedizione divina sulla loro maternità
La costruzione della chiesa superiore, dedicata ai santi Giacomo (Iacopo) e Nazario, fu tragicamente interrotta da una concatenazione di eventi sfortunati. L’epidemia di peste e il saccheggio della villa da parte dei francesi nel 1528 segnarono la fine dei progetti edilizi di Sannazaro.
Al suo ritorno a Napoli nel 1529 Sannazaro donò ai Padri Servi di Maria la chiesa e i terreni circostanti e una rendita annua di 600 ducati assicurando così la continuità del suo progetto e la conservazione del suo ricordo.”
Santa Maria del Parto, la Chiesa
L’accesso alla chiesa si fa tramite alcune rampe di scale che conducono ad un piazzale che in realtà è un lastrico solare privato. Splendida la vista che si gode da tale piazzale.
Se non volete fare le scale basta proseguite su via Mergellina, oltre il bivio con la citata stradina interna c’è un portoncino che dà accesso ad un ascensore che sale fino al vestibolo della chiesa.
La facciata esterna mostra due tondi affrescati con i ritratti del re Federico d’Aragona e di Jacopo Sannazzaro. Un recente restauro curato dall’Università Suor Orsola Benincasa, con l’alta sorveglianza del Mibac, ha riportato all’antico splendore gli stemmi che si trovano sul portale d’ingresso della chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina.
Tra i dipinti emersi (cinque stemmi) al centro è quello dell’Ordine dei Servi di Maria; ai lati sono invece, due stemmi cardinalizi: di fra Stefano Bonucci e probabilmente di Dionisio Laurerio. In basso, ai lati del portale, ci sono gli stemmi di nobili famiglie napoletane legate alla corona Aragonese.
L’interno della Chiesa di Santa Maria del Parto è piccolo e a navata unica con decorazioni in stucco bianco e dorate. Nelle cappelline (tre per lato) e nell’abside vi sono diverse tele ed affreschi, alcuni risalenti al XVI° sec..
L’altare maggiore, con il suo arco trionfale in marmo, opera di Pietro Nicolini (1759), e la statua della Madonna col Bambino di Francesco Saverio Citarelli (1865) costituiscono un punto focale di grande impatto visivo.
L’abside, alle spalle dell’altare maggiore, è decorata con stucchi ed affreschi eseguiti nel 1593 da Paolo Guido Borghese. Qui si trova
I capolavori da non perdere nella chiesa
La tomba del Sannazzaro (posta nell’abside), un capolavoro di scultura rinascimentale. E’ realizzata in pregiato marmo di Carrara lavorato con maestria dagli scultori Ammannati, Montorsoli e Ferrucci. Il busto del poeta, anch’esso in marmo, sovrasta il monumento, creando un’opera di rara bellezza e raffinatezza. L’epitaffio, composto da Pietro Bembo, recita: Da sacro cineri flores: hic ille Maroni Sincerus Musa proximus ut tumulo / Spargi fiori sulle sacre ceneri: qui giace Sincero vicino a Marone nella poesia come sepolcro
Il presepe di Giovanni da Nola, voluto da Jacopo Sannazaro, in legno di tiglio del ‘500. Le statue sono di grandezza quasi naturale, prive d’accessori che possono distrarre dall’importanza dell’evento sacro. Purtroppo oggi si possono ammirare solo cinque statue, immagini solenni che invitavano alla religiosità e alla preghiera.
L’organo del 1770, posizionato sull’ingresso della chiesa, è un vero gioiello dell’arte organaria. La sua cassa, in legno finemente intagliato e dorato, presenta una cornice a lunetta arricchita da festoni floreali che ne fanno un esempio di raffinatezza barocca.
La sacrestia ospita opere di grande valore artistico. La tavola della Madonna con Bambino e quella della Fuga in Egitto, insieme al lavamano in marmo bianco, creano un’atmosfera di serena bellezza e di profonda devozione.
Tela di San Michele che scaccia il demonio, di Leonardo Grazia da Pistoia, posta nella cappella di destra originariamente sotto il patronato del cardinale Diomede Carafa. Il dipinto, conosciuto anche come “Il diavolo di Mergellina“, mette in scena un San Michele Arcangelo intento a trapassare la gola di un demonio, personificato da una seducente donna seminuda con una folta chioma ramata e con tratti tipici di un serpente.
La leggenda del Diavolo di Mergellina
Una leggenda narra che Vittoria d’Avalos si sarebbe innamorata follemente del cardinale Diomede Carafa, mettendo a dura prova le sue virtù. Per porre rimedio alle pressanti richieste di amore della donna fece dipingere il quadro con unguenti e pitture speciali. La donna quindi rinunciò all’amore ed il cardinale, per celebrare la sua vittoria, fece incidere sull’opera la scritta: « Fecit victoriam alleluia 1542 Carafa».
Tra le altre opere degne di nota c’è il dipinto del pittore fiammingo Malines Cornelis Smet, L’Adorazione dei Magi. La tela, donato da re Federico al Sannazaro, si trova nella piccola cappella a destra del presbiterio.
Chiesa di Santa Maria del Parto – Via Mergellina, 80122 Napoli NA, Italia