Ultima Modifica il 16 Febbraio 2020
Nel cuore del centro storico di Napoli, inglobata nel complesso dell’Istituto Don Orione, si trova la bella chiesa di Santa Maria Donnalbina, uno dei complessi ecclesiastici tra i meno noti della città di Napoli e tra i più significativi dell’arte barocca della città.
La sua fondazione risale all’IX secolo per poi essere ricostruita nel XVI secolo da Bartolomeo Picchiatti e successivamente rimaneggiata da Arcangelo Guglielmelli.
Vari furono gli ordini ecclesiastici che si sono susseguiti in questo luogo sacro, dalle suore Basiliane, alle monache Benedettine che lasciarono il posto alle suore dell’ordine di San Francesco di Sales prima e alla Confraternita dell’Immacolata del Terzo Ordine di San Francesco poi. Dal 1942 il monastero è affidato alla Congregazione di Don Orione, che svolge iniziative a favore di portatori di gravi handicaps fisici e psichici.
Santa Maria Donnalbina, e la leggenda delle tre sorelle
L’antico monastero, e l’omonima via, hanno ispirato uno dei pezzi più suggestivi del libro Leggende napoletane di Matilde Serao.
La storia racconta di tre sorelle Donna Romita, Donna Regina e Donna Albina, figlie del barone di Toraldo vissuto ai tempi di re Roberto d’Angiò. Le tre fanciulle si innamorarono malauguratamente dello stesso uomo, pur di non ferire le altre prendono il velo e investono la dote nella fondazione di tre famosi monasteri napoletani che da loro presero il nome.
La leggenda vuole che Donna Regina avrebbe fondato il suo ordine conventuale presso la Chiesa di Donnaregina Vecchia; Donna Albina avrebbe edificato il suo ordine monastico presso la Chiesa omonima di Santa Maria Donnalbina; Donna Romita, avrebbe eretto il suo ordine presso la Chiesa di Santa Maria Donnaromita o Chiesa di S. Maria de Perceo di Romania.
La Chiesa
La chiesa di Santa Maria Donnalbina è preceduta da un atrio; l’interno, con navata unica a croce latina con una cupola e quattro cappelle per lato, mostra importanti decorazioni ed uno spettacolare soffitto a cassettoni in legno dorato realizzato da Antonio Guidetti. A guardare bene il soffitto si scoprono i tre grandi dipinti di Nicola Malinconico del 1701: l’Assunta, Santâ Agnello che mette in fuga i Saraceni da Napoli ed il martirio di Santâ Agata.
Sempre dello stesso autore sono le pitture poste tra i finestroni della navata e raffiguranti i santi dell’ordine benedettino e un affresco sulla controfacciata che rappresenta l’Entrata di Gesù in Gerusalemme. Sempre sulla controfacciata c’è un organo del 1699.
La zona dell’Abside ospita uno spettacolare altare, datato 1692 al centro del quale è collocata una statua lignea settecentesca raffigurante l’Immacolata, parte delle decorazione della cupola, di Francesco Solimena, è andata purtroppo perduta. Nella seconda cappella di destra troviamo anche due santi datati 1736 dipinti da Domenico Antonio Vaccaro. A destra della navata si vede il comunichino formalo da grandi grate di ferro dalle quali le suore potevano assistere alla celebrazione della S. Messa e alle sacre funzionì.
Il parapetto della cantoria, al disopra della grande porta d’ingresso, la grata dell’abside e tutte le gelosie, sono dominate da un elegante rameggio a labirinto e furono realizzate nel 1699 da Sabbato Daniele.
Sul lato sinistro dell’ingresso c’è il monumento funebre del musicista Giovanni Paisiello scolpito da Angelo Viva nel 1816.
Chiesa di Santa Maria Donnalbina – Vico Portapiccola Donnalbina 6, 80134 Napoli.
Orari di ingresso: lun-ven 7:00-20:00; sab 7:00-15:00; domenica e festivi rivolgersi al parroco per visite
Modalità d’ ingresso: libero