Ultima Modifica il 7 Novembre 2024
La chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine, meglio nota come di Santa Maria di Piedigrotta. E’ celebre per l’antica festa di Piedigrotta, divenuta particolarmente celebre durante il periodo angioino, aragonese e sopratutto borbonico. Un modo per far dimenticare ai napoletani guai e povertà.
Sorge a breve distanza dalla “Crypta neapolitana“, la galleria, scavata nel tufo della collina di Posillipo nel 3° sec. a.C., per abbreviare il percorso fra Mergellina (salita della Grotta) e Fuorigrotta (via della Grotta Vecchia).
La leggenda sulla Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta
Al suo interno è custodita, sull’altare maggiore, una statua lignea raffigurante una “Madonna con Bambino“. Un’opera del XIII secolo fortemente ispirata allo stile di Tino di Camaino, scultore senese attivo nella prima metà del XIV secolo (1285 – 1337 circa), ornata nel 1802 da due corone d’argento ed il tabernacolo di Pier Paolo Farinelli.
E’ tradizionalmente la protettrice dei pescatori ed è anche oggetto di devozione da parte delle partorienti.
A questa statua mariana è legata la leggenda popolare dello “scarpunciello d’‘a Madonna“. Si dice abbia ispirato la favola della “Gatta Cenerentola” di Giambattista Basile.
Si tramanda che, in una notte di burrasca, il sagrestano Bernardino, turbato da strani rumori, si recò in chiesa e si accorse che la statua della Madonna era scomparsa. Temendo il peggio, il parroco si mise a cercare la sacra effigie. Con stupore e commozione, la vide rientrare nella sua nicchia, il mantello umido e una scarpa mancante, un prodigio che lo lasciò senza parole
La Vergine gli confidò di essere uscita dalla sua nicchia per portare soccorso a dei pescatori in difficoltà, in balia delle onde. Nel rientrare dalla sua missione, aveva lasciato sulla soglia della chiesa una delle sue scarpe, piena di sabbia marina. L’abate, commosso da questo segno divino, raccolse la sabbia come una reliquia.
Da questa leggenda affascinante nasce l’usanza, ancora viva oggi, di donare alle spose “o scarpunciello d’a Maronna”, una scarpetta con il simbolo del sole, simbolo di protezione e buon auspicio. Similmente, la Chiesa di Piedigrotta è meta di pellegrinaggi da parte delle future mamme, perpetuando un’antica tradizione che risale all’epoca romana.
La Festa della Madonna di Piedigrotta, che si tiene ogni anno l’8 settembre, è una delle più sentite manifestazioni di fede e devozione popolare.
Storia della Chiesa di Piedigrotta tra leggenda e realtà
In origine presso la Crypta neapolitana vi era un tempietto dedicato a Priapo che “ospitava”, agli inizi di settembre, riti orgiastici proprio in onore il dio greco della fertilità.
Per arginare queste pratiche considerate peccaminose, nel corso del III secolo d.C. venne costruita una cappella consacrata alla Madonna dell’Idria o Odigitria. Era un luogo di devozione per la famiglia reale e in particolare di Giovanna I d’Angiò.
La chiesetta, fortemente danneggiata dal maremoto che colpi la città di Napoli il 25 novembre 1343 risorge dalle sue rovine solo nel 1352. E’ consacrata l’anno successivo con il prestigioso titolo di Real Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta.
La storia è stata trasformata in leggenda dalla tradizione popolare. Si narra che l’8 settembre 1353 la Vergine Maria apparve a tre devoti indicando loro di erigere un nuovo santuario ai piedi della grotta. La leggenda racconta anche che, mentre le mani dei fedeli lavoravano alla costruzione della chiesa, venne alla luce un tesoro inestimabile: una statua ligneaa raffigurante la Madonna con Bambino.
La chiesa, nel corso dei secoli, ha subito diverse trasformazioni. Nel 1453 il re Alfonso d’Aragona concesse la chiesa ai canonici regolari lateranensi di regola agostiniana.
Curiosità. Nel XVI secolo, don Giovanni d’Austria, prima di affrontare la battaglia di Lepanto, si recò a Piedigrotta per invocare la protezione della Vergine. Al suo ritorno vittorioso, tornò a ringraziare la Madonna per l’intercessione.”
Verso la fine del ‘500 la facciata, che in origine era rivolta verso la collina e la Grotta di Pozzuoli, fu rivolta verso la città. All’inizio del Seicento, la chiesa fu ristrutturata di nuovo. Per fare spazio alla nuova sacrestia, tolsero alcune cappelle laterali e ridussero la parte centrale della chiesa.
Altri lavori importanti vennero poi eseguito nell’Ottocento per volere di Ferdinando II di Borbone. Enrico Alvino conferì all’edificio un nuovo volto, sul timpano della facciata c’è una scultura che mostra la Madonna di Piedigrotta con Alfonso d’Aragona, sant’Agostino e Papa Nicolò V.
L’interno della Chiesa di Piedigrotta
Oltre alla chiesa, il complesso monastico è formato dal cenobio, dalla farmacia, dalla canonica, dal campanile e dal chiostro. Iglobato, dopo l’Unità d’Italia, nell’Ospedale della Marina Militare.
L’interno, con la sua sobria eleganza e la pianta a croce greca, è impreziosito da cupole affrescate da Eugenio Cisterna (1902). La canonica, vero e proprio scrigno d’arte, ospita un ex voto di Edoardo Dalbono e opere di maestri del calibro di Solimena, Preti e Rosa. La volta, affrescata da Gaetano Gigante, discepolo di Giacinto Diano e padre di Giacinto, è un capolavoro del neoclassicismo.
Informazioni utili
Orari di apertura:
- Feriale: 8.00 – 19.00
- Festivo: 8.30 – 10.30 – 12.30 – 19.00
Contatti: Tel: 081 669761 – Email: parrocchia@madonnadipiedigrotta.it