Ultima Modifica il 12 Dicembre 2023
C’era una volta il Lanificio Sava. La filandra di età borbonica si è oggi trasformata in un grande polo culturale grazie all’intervento della Fondazione Made In Cloister.
Storia del Lanificio Borbonico di Napoli
Il Lanificio Sava, dal nome dell’imprenditore che ne avvia l’attività è legata alla storia del Complesso monastico di Santa Caterina a Formiello, a due passi da Porta Capuana.
Durante il Decennio Francese, verso l’inizio dell’Ottocento, il complesso monastico viene sequestrato in concomitanza alla soppressione dell’ordine domenicano. Alla restaurazione Borbonica re Ferdinando permette al cavaliere Raffaele Sava di installare, nel 1824, una fabbrica in uno dei cinquecenteschi chiostri del convento.
Grazie all’impiego di 700 operai, l’antico luogo destinato alla preghiera si trasforma in un’attività estremamente produttiva. In pochissimo tempo diventa il più importante fornitore di generi di vestiario e di panni di lana dell’amministrazione militare e civile del Regno delle Due Sicilie.
Le maestranze vengono scelte prima tra i reclusi del Albergo dei Poveri e poi tra i forzati della Marina Militare.
Ex Lanificio Napoli – Cortile. Foto Giuseppe Burgo
La sua florida attività si arresta con l’Unità Italiana sotto lo stemma Sabaudo. Un evento che decreta la fine dell’azienda, come tante attività industriali nate nell’ex regno Borbonico. I locali della struttura vengono parzialmente riutilizzati, prima di finire abbandonati al degrado per tutto il corso del Novecento.
Anche se inattiva da più di 150 anni, resiste ancora la scritta ‘Lanificio’ sul portale di ingresso.
Made in Cloister tra arte e cultura
Oggi l’ ex Lanificio Sava si è trasformato in uno spazio aperto alla città grazie alla collaborazione di diverse identità come il Lanificio 25, la Galleria Dino Morra, Made in Cloister.
Ex Lanificio Sava – Chiostro. Made in Cloister
Anche privati cittadini hanno cominciato a trasformare l’antica struttura organizzando spettacoli, mostre, meeting, concerti, proiezioni e altre attività di interesse culturale e artistico. Nel complesso c’è anche un art shop, una residenza per gli artisti ospiti e uno spazio espositivo,
La fondazione Made in Cloister ha recuperato e restaurato il chiostro cinquecentesco della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, facendolo diventare uno spazio espositivo per l’arte contemporanea. Vi si accede passando per la sagrestia della chiesa.
Al centro del chiostro si erge ancora oggi un’imponente struttura in legno di dimensioni eccezionali. E’ un raro esempio di archeologia industriale borbonica che si è mantenuta praticamente intatta.