Castel Capuano, alla fine della suggestiva via dei Tribunali, è una delle più antiche fortificazioni di Napoli, seconda solo al Castel dell’Ovo. Le sue mura massicce hanno assistito ai mutamenti della città, ai suoi fasti e alle sue miserie.
Nato come residenza reale, il complesso divenne nel tempo il principale luogo dell’amministrazione della giustizia a Napoli. La sua funzione di sede giudiziaria, esercitata ininterrottamente dal 1540 al 1995, ha paradossalmente favorito la conservazione del patrimonio artistico, che altrimenti sarebbe andato in gran parte disperso.
Castello Capuano: una breve storia
Le Origini Normanne (1160)
La fortezza nacque per volontà di Guglielmo I di Sicilia, noto come “il Malo”, che incaricò l’architetto Buono di costruire una residenza reale presso la Porta Capuana. Questa collocazione strategica controllava la principale via d’accesso cittadina che conduceva verso l’antica Capua, origine del nome del castello.
Il sito prescelto aveva già una lunga storia: durante l’epoca romana qui si trovava il Gymnasium, poi trasformato in area cimiteriale. Gli scavi moderni hanno confermato la presenza di una necropoli greca risalente al V secolo a.C., dimostrando come questo luogo sia stato abitato per millenni.Inizialmente concepito come fortificazione militare con robuste mura difensive, l’edificio servì da subito anche come dimora per i sovrani normanni, pur mantenendo un aspetto austero e funzionale.

L’Epoca Sveva (1231)
Federico II volle rendere più accogliente la struttura, ordinando modifiche che la resero più adatta alla vita di corte. Vennero aggiunte finestre sulla facciata per alleggerire l’aspetto severo dell’edificio, pur preservando il sistema difensivo.
Il Periodo Angioino (1279-1382)
Quando Carlo I d’Angiò fece costruire Castel Nuovo come nuova reggia, Castel Capuano mantenne comunque un ruolo importante ospitando: Principi e funzionari di alto rango come Francesco Petrarca, che vi soggiornò nel 1370 come legato pontificio.
Durante le turbolenze del regno di Giovanna I, il castello subì gravi danni quando le truppe ungheresi lo saccheggiarono. I successivi lavori di restauro portarono al rifacimento delle merlature e all’apertura di eleganti finestre gotiche negli ambienti interni affacciati sul giardino. Un episodio tragico si consumò durante il regno di Giovanna II: l’omicidio di Ser Gianni Caracciolo, potente favorito della regina. Il suo monumento funebre si trova ancora oggi nella Cappella Caracciolo del Sole presso San Giovanni a Carbonara.
Lo Splendore Aragonese (XV secolo)
Alfonso V d’Aragona fece del castello una residenza temporanea mentre attendeva il completamento dei lavori al Maschio Angioino. L’edificio fu impreziosito con cicli pittorici affidati all’artista valenciano Jacomart Baco e arricchito con preziosi arazzi fiamminghi. Il momento di massimo splendore arrivò tra il 1470 e il 1490, quando Alfonso II, duca di Calabria, creò un vero e proprio sistema di residenze nella zona orientale di Napoli. Castel Capuano divenne il centro di questo complesso che includeva le ville di Poggioreale e della Duchesca.
L’ultimo grande evento regale fu nel 1535, quando l’imperatore Carlo V vi trascorse diversi mesi dopo la campagna militare in Tunisia. In quell’occasione il sovrano ricevette ambasciatori da vari stati italiani e donò il castello a Filippo di Lannoy, principe di Sulmona, celebrandone anche le nozze con Isabella Colonna.
La Trasformazione in Palazzo di Giustizia (1537-1540)
Poco dopo la donazione a Filippo di Lannoy principe di Sulmona, il Castello subisce un nuovo cambio di destinazione. Viene infatti espropriato dal viceré don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, intorno al 1540. Gli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa diressero una ristrutturazione radicale che eliminò le strutture militari e creò ambienti adatti all’amministrazione della giustizia. Vennero qui concentrati tutti i principali organi giudiziari del regno, prima dispersi in varie sedi:
– La Grande Corte della Vicaria (tribunale civile e penale)
– Il Reale Consiglio (giudice d’appello)
– La Camera della Sommaria (magistratura finanziaria)
– Il Tribunale della Bagliva (questioni di polizia urbana)
– Il Tribunale della Zecca (reati monetari)
L’edificio acquisì così il nome di “Palazzo della Vicaria”, dato che il Vicario del Regno presiedeva l’intero sistema giudiziario. Mentre i piani superiori ospitavano le aule di tribunale, i sotterranei furono adibiti a carceri e luoghi di detenzione.
La Colonna Infame
Davanti all’ingresso principale venne eretta una colonna bianca di marmo, nota come “Colonna Infame della Vicaria”, dove venivano esposti i condannati al pubblico ludibrio e affissi i decreti giudiziari.Dal Settecento a Oggi
All’inizio del XVIII secolo, durante i moti della congiura di Macchia, il palazzo subì un assalto da parte della folla che ne causò gravi danneggiamenti. Carlo di Borbone finanziò importanti lavori di ripristino. Nel 1858-1861 l’architetto Giovanni Riegler condusse un nuovo restauro che, pur portando alla luce reperti greco-romani di grande valore, modificò sostanzialmente l’aspetto originale della struttura.
Dal Settecento all’Era Contemporanea
Dopo quasi cinque secoli di ininterrotta attività giudiziaria, a partire dal 1995 i tribunali furono progressivamente trasferiti nella nuova Cittadella Giudiziaria. L’edificio è stato quindi oggetto di un importante progetto di restauro e valorizzazione. Dal 15 maggio 2023 Castel Capuano ospita la Scuola Superiore della Magistratura, tornando così a svolgere una funzione legata al mondo della giustizia.
Cosa vedere a Castel Capuano
Grazie alle visite guidate del Touring, in collaborazione con la Fondazione Castel Capuano i tesori d’arte dell’antico maniero tornano eccezionalmente accessibili al pubblico.
Il Portale Monumentale e ll Cortile porticato
L’avventura alla scoperta di Castel Capuano inizia già dall’esterno. L’ingresso principale è dominato dalle insegne imperiali di Carlo V. Una lapide commemorativa ricorda sia la vittoriosa campagna tunisina del 1535 sia la conversione dell’edificio in sede tribunalizia avvenuta nel 1540.
La facciata presenta l’aquila bicipite asburgica, realizzata dal Sangallo, affiancata dalle colonne d’Ercole. Lo stemma sabaudo fu aggiunto successivamente all’unificazione italiana. L’orologio ottocentesco (1858) completa la decorazione. Diverse lastre marmoree esponevano i costi dei servizi giudiziari, rendendo pubbliche le tariffe dell’amministrazione della giustizia.
Le sale interne
Superato il portale si accede ad un ampio cortile porticato, il cuore pulsante di Castel Capuano, circondato da imponenti e regolari pilastri dorici. Qui, avvocati, giudici, imputati e una folla variegata si riunivano prima dei processi. Da qui si aprono le scalinate che conducono agli ambienti interni del castello, ognuno con la sua storia e la sua funzione.
Fra le sale interne del castello una delle più interessanti è certamente il Salone della Corte d’Appello ,lo spazio più imponente del complesso. Le decorazioni settecentesche, realizzate da Antonio Cacciapuoti e altri artisti napoletani, creano elaborate prospettive illusionistiche.
Gli affreschi raffigurano antiche province del regno meridionale: Marsi, Vestini, Picentini, Irpini, Lucania, Brutium Citerius e Brutium Ulterius. La volta presenta una scena biblica del Giudizio di Davide, mentre i pennacchi ospitano personificazioni delle Virtù inserite in elaborate cornici con finti sfondi musivi dorati.
Il percorso di visita conduce al Salone dei Busti, originariamente destinato alle udienze pubbliche. Lungo le pareti del salone sono collocati busti marmorei che ritraggono i più celebri avvocati del foro napoletano, una sorta di galleria d’onore della magistratura partenopea. Le superfici murarie sono inoltre decorate con dodici figure femminili allegoriche, personificazioni delle province del Regno, riconoscibili attraverso stemmi e iscrizioni. Le figure poggiano su piedistalli dipinti, alternati a colonne illusionistiche. Ancora oggi il salone ospita cerimonie ufficiali e incontri istituzionali.
A seguire la Cappella della Sommaria, un luogo dove i magistrati avevano l’obbligo di ascoltare la messa prima di riunirsi in seduta per deliberare sulle sentenze, affidando così le proprie decisioni alla guida divina. La cappella, a pianta quadrata, è interamente decorata con affreschi di Pedro Rubiales, pittore spagnolo formatosi presso Giorgio Vasari. Le pitture raffigurano episodi del Nuovo Testamento, tra cui la Deposizione e il Giudizio Universale, inseriti in un ricco apparato di stucchi barocchi.
La sala che oggi accoglie la biblioteca fu sede del Gran Consiglio in età angioina e, in seguito, sala d’udienza della Gran Corte Criminale in epoca borbonica. In questa sala furono processati anche alcuni protagonisti dei moti rivoluzionari del 1848 contro Ferdinando II. Attualmente conserva il Fondo Antico, una raccolta di rare opere dei secoli XVI, XVII e XVIII.
Sul retro di Castel Capuano, addossata alle sue mura massicce, sorge la Fontana del Formiello. Originariamente concepita come abbeveratoio, la fontana fu ristrutturata nel XVI secolo da Michele de Guido, che la trasforma in un’opera monumentale, ornandola dello stemma del viceré Pedro d’Aragona.
Durante i lavori di restauro è stata scoperta una vasta necropoli e reperto di epoca greca e romana risalenti al V secolo a.C..
LEGGENDE E MISTERI DI CASTEL CAPUANO
Il Fantasma di Giuditta Guastamacchia
La leggenda più nota legata a Castel Capuano riguarda Giuditta Guastamacchia, giovane donna napoletana processata e condannata a morte nell’aprile 1800 dalla Gran Corte della Vicaria per l’omicidio del marito.
Secondo la tradizione popolare, lo spirito di Giuditta tornerebbe ogni 19 aprile – anniversario della sua esecuzione – ad aggirarsi nelle sale del tribunale. I custodi notturni avrebbero udito passi, lamenti e porte che si chiudono da sole. Alcuni giurano di aver visto l’ombra di una figura femminile in abiti antichi attraversare i corridoi al crepuscolo.
La Leggenda della Porta Murata
Nel castello esisterebbe una porta murata che secondo le leggende nasconde: Un tesoro nascosto dai magistrati corrotti, Oppure una camera segreta usata per interrogatori di personalità illustri. O ancora un passaggio sotterraneo che collegava il castello a Castel Nuovo.
Nessuno scavo ha mai confermato queste voci, ma la leggenda persiste tra i napoletani.
I Sotterranei Maledetti
Gli ambienti sotterranei del castello, utilizzati per secoli come carceri e luoghi di tortura, conservano ancora oggi un’atmosfera sinistra e opprimente. Le celle umide e buie, i segni di catene sui muri, le scritte dei prigionieri incise nella pietra raccontano storie di sofferenza.
Particolari macabri: I cadaveri dei giustiziati venivano talvolta abbandonati per giorni nei sotterranei senza essere identificati né consegnati alle famiglie, lasciati in balia dei topi. Questa pratica alimentò numerose storie di fantasmi e presenze inquietanti.
Informazioni utili
Castel Capuano – Piazza Enrico de Nicola, 80139 Napoli.
Orari: Aperto dal lunedì al venerdì 9.00-18.30; Ingresso libero
Come arrivare: Da piazza Garibaldi: procedere a piedi lungo il corso Garibaldi, imboccare via A. Poerio fino alla piazza antistante il castello.





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