Ultima Modifica il 2 Ottobre 2024
L’elegante “Cappella di San Giovanni dei Pappacoda“, in largo San Giovanni Maggiore, incanta per la sua eleganza e la sua raffinatezza. E’ uno fra i più importanti esempi di architettura tardo-gotica a Napoli.
A dicembre del 2022 la cappella è stata riaperta al culto ed è visitabile nei giorni feriali. Napoli, riapre la Cappella dei Pappacoda
La cappella Pappacoda, è proprio di fronte palazzo Giusso, sede storica dell’Università L’Orientale, e di fianco all’ingresso della più grande Basilica di San Giovanni Maggiore.
Un pò di storia
La cappella gentilizia dedicata a San Giovanni Evangelista è commissionata, nel 1415, da Artusio Pappacoda, figura di spicco nella Napoli del XV secolo.
E’ un’opera imponente, progettata dal celebre architetto Baboccio, che testimonia non solo la profonda devozione della famiglia, ma anche il suo potere e la sua influenza sulla città.
La cappella, con la sua maestosa facciata e gli interni riccamente decorati, era un vero e proprio manifesto visivo dello status sociale dei Pappacoda, destinata a rimanere nei secoli come simbolo della loro grandezza.
I rappresentanti della famiglia napoletana Pappacoda, raggiunsero nel corso dei secoli le più alte cariche del Regno di Napoli. Appartenevano all’antico seggio “Aquario” che nel 1420 fu abolito dalla regina Giovanna II e aggregato d’autorità al sedile di Porto.
Si narra che Artusio (1390 – 1433), consigliere della corte angioina e siniscalco del Regno di Napoli sotto il re Ladislao I d’Angiò, sia stato l’amante della Regina Giovanna ultima sovrana della dinastia angioina.
Purtroppo, i restauri in stile classico romano voluti nel 1772 da Giuseppe Pappagoda principe di Centola e
ultimogenito della famiglia, cancellano gran parte degli affreschi che un tempo decoravano la cappella
I pochi frammenti sfuggiti alla distruzione ci offrono un’idea di come doveva essere la chiesa nel suo splendore originario. E’oggi circondata da un’antiestetica cancellata, eretta non molti anni fa per impedire vandalismi e saccheggi.
Descrizione della Cappella
Appena arriviamo sulla piazza veniamo colpiti da una meravigliosa facciata in tufo giallo napoletano e da un portale gotico fiammante in marmo bianco e piperno. Il grandioso portale ogivale, ricco di decorazioni a motivi floreali, è opera di Antonio Baboccio da Piperno, uno dei maggiori scultori operanti a Napoli nel XV° secolo.
Vari sono i personaggi e i simboli biblici raffigurati sulla facciata come il San Michele Arcangelo con sotto ai piedi un drago sconfitto. La Madonna con Bambino in mezzo a San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista e il Cristo coronato con scudo e angeli nell’archivolto.
Sulla cuspide, invece, c’è una statua raffigurante Dio con il libro eterno sulle ginocchia in mezzo ad un coro di angeli adoranti lo stemma del casato Angiò Durazzo di Napoli.
Sul fianco sinistro della facciata la torre campanaria del quattrocento che conserva intatto l’originario stile gotico-durazzesco. La facciata, rivestita a scacchiera con tufo giallo e piperno scuro, è caratterizzata da un’originale decorazione a base di archetti trilobi e colonnine binate, alcune delle quali tortili, che conferiscono all’edificio un aspetto unico nel suo genere.
Nella parte alta della torre campanaria, numerosi frammenti scultorei di marmo di epoca romana che sottolineano la grandezza e l’importanza del committente. Il riuso di marmi antichi, pratica diffusa nel Medioevo, conferiva alle costruzioni un’aura di classicità e di prestigio.
L’interno della piccola Chiesa, a navata unica rettangolare, conserva le statue ritraenti gli evangelisti realizzate nel 1772 circa da Angelo Vivo, valente allievo del Sammartino. Gli elementi più antichi sono le tombe cinquecentesche dei cardinali Angelo e Sigismondo Pappacoda dello scultore Girolamo Santacroce.
Sulla pavimentazione spicca la lastra marmorea che riproduce l’originale stemma dei Pappacoda: il leone sullo scudo intento a mangiare la sua coda.
Cappella Pappacoda – Largo San Giovanni Maggiore 30 – Napoli.