Ultima Modifica il 13 Dicembre 2020
C’è stato un tempo in cui Napoli era ricca di Porte. Poche sono le targhe che ci ricordano la presenza di questi mastodontici varchi d’’ingresso in città.
I origine la città di Napoli era divisa in quattro zone ed attraversata da tre strade principali detti decumani con numerosi vicoli (cardines) che le incrociavano con geometrica perpendicolarità.
Su ogni decumano cera una Porta d’ingresso che prendeva il nome delle famiglie nobiliari che risiedevano in zona, oppure della destinazione di strade da cui i varchi partivano.
Le Porte di Napoli
Nate come pertugi nel sistema difensivo della città, le 27 porte di accesso alla città di Napoli hanno subito diverse modifiche per le necessità urbanistiche. Quelle che ancora restano forniscono una vaga idea della struttura imponente di cui facevano parte.
Quattro di queste porte non passano inosservate: Porta Capuana, Porta Nolana (entrambe di epoca aragonese), San Gennaro e Port’Alba (di epoca vicereale).
Porta Capuana
È senz’altro l’esempio più straordinario del gusto rinascimentale a Napoli, ma anche del simbolismo per trasmettere la magnificenza della casa d’Aragona che la fece erigere.
Viene commissionata da Re Ferrante d’Aragona all’architetto Giuliano da Maiano ed eretta a ridosso di Castel Capuano come parte integrante di un progetto di ri-fortificazione della città di Napoli.
La porta, affiancata da due torri dette dell’Onore e della Virtù, viene iniziata intorno al 1488 e terminata nel 1495.
Porta Nolana
Meno ricca, ma altrettanto interessante, porta Nolana è sempre del periodo aragonese. Viene eretta lungo la via dei fossi (l’attuale corso Garibaldi) in sostituzione della Porta di Forcella.
Essendo un varco secondario, presenta pochi elementi decorativi.
Su un bassorilievo è scolpito re Ferdinando I in groppa ad un cavallo in tenuta d’armi, spada sguainata nell’atto di colpire.
Le sue insegne sono scolpite in maniera ancora visibile sull’armatura e sulla gualdrappa dell’animale.
La porta Nolana, purtroppo, supporta una costruzione abitativa più o meno recente, che si staglia tra le belle torri dette Fede e Speranza.
Da tempo immemore le torri fungono da mura protettive del mercato del pesce.
Porta San Gennaro
San Gennaro, la porta più antica della città di Napoli. Si trova di fronte a Piazza Cavour ed è inglobata all’interno di un complesso edilizio successivo. Era l’unico punto di accesso in città per chi proveniva dalla parte settentrionale di Napoli.
La sua prima costruzione risale al 928 come opera difensiva contro Saraceni. A seguito di diversi spostamenti vennero eliminate le due maestose torri fortificate che la fiancheggiavano.
Nel 1656, al termine di un’epidemia di peste, venne aggiunta come ex-voto un’edicola affrescata da Mattia Preti. L’affresco raffigura La Madonna e i Santi che implorano la fine della peste.
La dedica a San Gennaro si deve al fatto che è da qui partiva l’unica strada che conduceva alle catacombe del Santo. La Porta del tufo è l’altra denominazione che le veniva attribuita in quanto è da questa porta che venivano immessi in città i grandi blocchi di tufo estratti dalle cave del vallone della Sanità.
Porta Alba
Il nome gli viene dal vicerè che la fece erigere, Don Antonio Alvarez di Toledo duca d’Alba. Era la porta di mezzo tra quella Reale e quella di Costantinopoli.
Viene aperta nel luogo dove la popolazione aveva già praticato un “pertugio abusivo” perché stanco di fare lunghi giri per entrare in città.
Per lungo tempo è stata denominata Porta Sciuscella dal nome dei frutti di carrubo che continuamente finivano in strada dal vicino giardino del convento di San Sebastiano.
Da sempre racchiude, sotto un unico spazio, le principali librerie della città e antiche pizzerie. Qui i turisti, tra un libro e una pizza a portafoglio, passeggiano per giungere ai primi metri del decumano maggiore.